Marzo 2018

Signore e signori: Arianna Porcelli Safonov

Voglio parlarvi di una scrittrice.
  Provo due sentimenti contrastanti dentro di me, come lo ying e lo yang, quando penso a quest’autrice.
  Da una parte, vorrei ascoltare il mio lato divertente e ironizzare sul suo cognome, mentre dall’altro, sento la necessità di esprimere l’amore che provo verso la scrittura di questa particolarissima artista.
  Ho avuto occasione di vedere dal vivo Arianna Porcelli Safonov, prima di proporle di fare uno spettacolo per l’Infernale. L’occasione era un suo spettacolo in centro. Quella sera risi come un matto, ragionando sull’autopsia del nostro paese, con le sue mille sfaccettature, che Arianna portò in scena grazie ai suoi monologhi.
 
Finito lo spettacolo tutti andarono a complimentarsi con lei e vai di selfie, chiacchiere e strette di mano.
  Mi sentivo talmente appagato da ciò che avevo visto da non sentire alcun bisogno di andarmi a complimentare anch’io. Le persone non m’interessano, fondamentalmente, ma la loro arte… beh, l’arte è un altro discorso.
  
La scrittura di Arianna è assurda, nel vero senso della parola. L’autrice gioca con l’assurdo che si cela dietro alle situazioni di tutti i giorni, utilizzando categorie precise come feticci delle idiosincrasie dell’individualità contemporanea.
  Questo è il mio modo per dire: sono completamente innamorato dello stile di questa scrittrice e performer.
  Proprio per questo, vorrei proporvi la visione del suo ultimo monologo, che ho trovato sensazionale.
  Il 20 aprile Arianna porterà, assieme a Steve Magnani (illustratore) lo spettacolo “Piaghe” a Genova, per l’Infernale Edizioni e mi sembrava giusto presentarvela con la sua ultima creazione.

 

Ferdinando de Martino