Frammenti della generazione x |Ferdinando de Martino

basq

 

-Sai cosa? Certe volte penso che ci sia una sorta di piano divino secondo il quale quelli come noi devono, per forza di cause maggiori, vivere ai margini.
-Tipo le caste degli indiani?
-No… quelle le hanno decise gli uomini, io parlo di qualcosa di più trascendentale. Tipo il grande vecchio con la barba che se ne sta lassù, bello spaparanzato, a guardarci mentre ci scotenniamo a vicenda in un paese africano del cazzo, mentre arranchiamo per arrivare a fine mese in periferia, mentre esplodono le bombe e cazzate del genere.
-E quale sarebbe il nome della nostra casta?
-Quella dei fottuti.
-Mi piace. Passami lo spino.
-Sì… la casta dei fottuti. Infanzia da fottuti, adolescenza da fottuti, gioventù, maturità e vecchiaia da fottuti.
-Lo sai che ci pensavo proprio l’altra notte? È buffo. Stavo mettendo a posto i cartoni del latte e mi sono detta — Cazzo Marta… sei proprio fottuta!—.
-Esatto, è questo quello che intendo. Fottuti.
-Siamo tutti fottuti… anche loro.
-No, loro no. Loro riescono. Riescono sempre e comunque; chissà come cazzo fanno?
-Dobbiamo proprio sembrare patetici, visti dall’esterno. Una cicciona e un tipo tutto tatuato che fumano una canna d’erba dentro le uniformi verde pisello del supermercato notturno.
-Sembriamo dei vampiri proletari. Solamente gli scoppiati fanno la spesa a quest’ora! Chi cazzo vuoi che ci veda.
-Siamo invisibili.
-Ci vorrebbe una bella idea.
-Sì… non ho mai avuto belle idee. Ho avuto idee pessime, idee stupide, idee del cazzo, idee idiote e idee più stupide delle stupide standard, tipo uscire con quel ragazzo.
-È andata male?
-Come vuoi che sia andata? Sono una cicciona di merda. Le altre ragazze passano gli appuntamenti ad impedire che i ragazzi le infilino le mani dappertutto, mentre io devo quasi scongiurarli per farsi fare un pompino. Certe volte mi sento così umiliata.
-Io lo accetterei senza tanti complimenti un pompino da te.
-Grazie… è la cosa più romantica che mi sia mai stata detta.
-Eh, sì, è tutto come in Romeo e Giulietta.
-Non c’è niente di simile a Romeo e Giulietta nella nostra vita.
-Appunto… io Romeo e Giulietta l’ho sempre e solo guardato, esattamente come ho sempre guardato la vita: da spettatore.
-Sei la persona più intelligente che io conosca. Non capisco proprio perché tu sia finito qui.
-Perché sono una testa di cazzo. Un antisociale di merda.
-Tra poco dobbiamo riprendere a lavorare.
-Io quella lì la conosco.
-Chi?
-Quella. Cazzo, dove l’ho vista?
-Davvero? Dove l’ho vista? Non basta dire che te la vorresti fare con tutto te stesso? È una fica senza senso.
-Ok, è una fica senza senso, ciò non toglie che non mi ricordi dove l’abbia vista. Cazzo, non so perché l’associo a… a…
-Al pezzo di fica che è?
-No… l’associo a Jane Austen.
-Ok, associ quel pezzo di fica allo scrivere male. Tu sei da ricovero.
-La Austen non scriveva male.
-Che femminuccia che sei, Alf.
-Dai, attacchiamo?
-Sì, quest’erba mi ha proprio stonata.
-Un bel caffè non ce lo toglie nessuno.
-Ci serve una cazzo d’idea.

Dove diavolo l’ho vista? Non riesco proprio a ricordarlo.
Solitamente quando si vede un volto conosciuto si ricorda il luogo di un incontro o cose del genere, non Jane Austen. Perché poi proprio Jane Austen?
Detesto il reparto frutta e verdura con il suo sistema nazista di catalogazione per etichettatura che mette in imbarazzo i clienti.
Io non compro mai la frutta al supermercato, proprio perché mi sta sull’anima tutta questa storia dei guanti, dei sacchetti e dei pulsanti. È una rottura di palle innegabile.
Uno quando vuole fare la spesa non ha voglia di gettarsi in operazioni complesse e, soprattutto, non ha voglia di sentirsi uno stupido; per quello c’è già la vita.
Il reparto frutta e verdura è razzismo alimentare allo stato puro. La carne ha degli addetti, il pesce ha degli addetti e la verdura no. Per la verdura devi metterti un guanto, scegliere la qualità migliore, infilarla in un sacchetto, pesare il suddetto sacchetto e, infine, tornare al punto di partenza per leggere il codice che sicuramente non ricorderai mai, per inserirlo nella macchina sputa-scontrini.
Che palle. Sinceramente consiglio a tutti di fottere i supermercati con il peso. Se prendete un casco di banane, pesatene solamente una e facendo così, di banana in banana riuscirete a creare una voragine economica partendo dal dettaglio, costringendo gli alimentari dell’intero pianeta ad eliminare le macchine sputa scontrini, mettendo finalmente dei reparti frutta con degli addetti.
-Alfonso.- dice la voce stridula.
Solamente lui mi chiama Alfonso. Gli avrò detto milioni di volte —Chiamami Alf, perché Alfonso è da vecchio.—, ma lui… niente. Cazzo di voce stridula che non si può sentire.
-Dimmi pure.
-Ci sarebbe da portare le Puma Cola nel magazzino.
-Ok, finisco qui con la cassa della verdura e vado.
-Grazie mille, Alfonso.
-Non c’è di che. Certo che tu lo prendi proprio seriamente il tuo lavoro, eh?
-Certo, sai… un capo reparto ha tutto sulle sue spalle. È un lavoro con una certa rilevanza.
-Fai sul serio?
-Ognuno di noi qui dentro è un piccolo ingranaggio e quando tutti gli ingranaggi sono ben oleati, la macchina va bene, ma basta un piccolo ingranaggio difettoso per far saltare tutto in aria.
-Non credo che le macchine saltino in aria per un ingranaggio difettoso. Quella roba succede solamente nei film americani che ti piacciono tanto.
-Lo sai, Alfonso, che anche Brad Pitt ha iniziato lavorando in un supermercato?
-Ma dai, questa non la sapevo.
-Sai… non ci tengo a spargere la voce, ma una scuola di teatro mi ha ammesso ai suoi corsi. Hanno detto che sono talentuoso. Capito? Talentuoso.
-Wow, non dovresti tenertele per te tutte queste cose, dovresti dirle… soprattutto alle donne. Secondo me, ad esempio, dovresti dirlo a Federica… ti guarda sempre.
-No… dici che Federica mi guarda?
Il più grande talento dell’essere umano sta nel subordinare, pensate ad Hitler o a Charles Manson.
-Guarda, io so delle cose su Federica… facciamo così, vieni con me fuori, facciamo finta che io abbia bisogno di una mano per scaricare le Puma Cola e intanto ti racconto quello che ho scoperto su Federica. Ok?
-Grande, amico.

####

 

Tratto da “Market 24” di Ferdinando de Martino.

Potete leggere l’intero romanzo cliccando sul link: LINK AL ROMANZO INTERO