Cosa mi hanno insegnato i NIRVANA | anniversario della morte di Kurt Cobain

Kurt-Cobain

Ci sono molti gruppi all’interno della storia del rock, impegnati a sopportare sulle loro spalle il peso della responsabilità globale di purezza e nichilismo “made in PUNK”. I NIRVANA sono indiscutibilmente tra questi, ma come mai sono stati così importanti?

Molto spesso ci limitiamo ad analizzare i contenuti, cosa che per inciso dovrebbe essere la base di una critica costruttiva, quando per capire davvero il significato di una band bisognerebbe soffermarsi sulla contestualizzazione.

Quindi, anche se siete tra i detrattori dei NIRVANA o del Seattle sound, fatemi il favore di seguirmi lo stesso … almeno per un paio di righe, poi potete anche mandarmi a quel paese.

Kurt Cobain era sbagliato. Era sbagliato per le ragazze che non se lo filavano, era sbagliato per gli sportivi che non lo sceglievano mai per le partite, era sbagliato perché frequentava ragazzi gay in un paese in cui il Q.I. medio era quello di un ravanello bagnato. Era sbagliato.

Lo sbaglio è un punto cruciale per il linguaggio dei NIRVANA. Quando sei sbagliato hai solamente due strade davanti a te.: l’emarginazione o il martirio.

Da una parte c’è il totale disinteresse del mondo verso la figura di un disadattato eroinomane con la testa piena di frasi sconnesse, mentre dall’altra abbiamo i soldi, la fama e la possibilità scoparsi tutte quelle ragazze che al liceo ti schifavano come se avessi la lebbra.

Decidere di esporsi è stato un modo per combattere questo sbaglio di default. Ma cosa succede quando uno sbaglio arriva a vendere milioni di copie in tutto il mondo?

Il panorama musicale mostrava un Axl Rose sempre pronto a mostrare il suo fisico statuario (ai tempi) e di punto in bianco arriva un ragazzetto che nasconde una magrezza tossica sotto maglioni e camicioni da boscaiolo. Cosa pretendeva? Voleva conquistare il mondo?

D’un tratto quello che era successo con la nascita del Punk, tornò a far sentire un’eco che solamente gli sbagliati riuscirono a captare: l’eco del “Just do it”.

Fallo, non perchè sei bravo a farlo, ma perchè senti di doverlo fare.

Quello che ho sempre ammirato in Cobain è la coerenza. Possiamo discutere su ogni cosa relativa all’universo dei NIRVANA, ma sulla coerenza non si può proprio dire niente.

Vi siete domandati perchè non esistono foto di Kurt Cobain con modelle anoressiche, intento a sbocciare champagne in limousine assieme all’establishment giornalistico? Semplice… perchè Cobain era coerente.

Quell’universo di gente ricca e arrivata era lo stesso che non lo voleva alle partite di football. Tutte le ragazzine che lo schifavano al liceo, adesso erano dall’altra parte della barricata ad attenderlo in un privè di un club alla moda, ma lui era coerente.

Aveva la sua famiglia di freak e non era conciliabile con quell’ambiente. Forse era una famiglia fatta di tossici, ragazzi problematici e disadattati d’ogni genere, ma era sua.

Quello che ho imparato dai NIRVANA è che essere un perdente, nel bene e nel male, è una cosa che ti porterai dietro per sempre e nel corso della tua vita vedrai addirittura dei vincenti che vorranno mascherarsi da perdente, solamente perchè è interessante avere il look di uno che ha mangiato la polvere mentre gli altri sgommavano sulla sua dignità

Quello che ho imparato da Kurt Cobain e dai NIRVANA è che noi disadattati perderemo sempre e comunque, ma sarà il nostro rialzarci a farvi incazzare come delle iene, facendovi desiderare di essere come noi.

I NIRVANA sono una scelta: o sei quello con la testa nel cesso o sei quello che mette la testa degli altri nel cesso.

I NIRVANA avranno sempre la testa nel cesso e, credetemi, tra le bolle dello scarico si sente della musica veramente cazzuta.

Dedicato a tutti quelli che mettevano  le teste nel cesso a quelli come me. Noi abbiamo i NIRVANA… voi chi avete?

When I was an alien, culture weren’t opinione.

Ferdinando de Martino.