La parola con la A | Amazon e l’editoria | di Ferdinando de Martino

Le ultime news aziendali del colosso americano hanno scatenato un discreto scalpore nel mondo dell’editoria e della distribuzione. Librai, scrittori, editori e distributori a favore o contro Amazon stanno tweettando parole come dardi incendiari gli uni contro gli altri. Ma cos’è accaduto realmente? Chi o cosa danneggerà la nuova politica distributiva? E, soprattutto, potrebbe essere un bene per l’editoria?

Partiamo con la semplice descrizione del fatto. Da quando Amazon  si è imposto come mercato a se stante per la vendita di libri ha generato una tipologia di concorrenza che le librerie italiane non erano in grado di gestire se non con i mezzi pesanti. All’inizio si pensava ad una sorta d’ipotetico patto, una duplice intesa tra Feltrinelli e Amazon ai danni di Mondadori.

È inutile negarlo, Feltrinelli stava iniziando la sua ascesa e Mondadori si trovava in recessione, così prevedendo quella che poi si è dimostrata la bolla dell’eBook, Feltrinelli ha stretto una partnership con Amazon. Immaginate il tutto come un banchetto medievale durante il quale, mangiando un cosciotto di pollo, re Feltrinelli chiede al duca di Amazon “Questa mirabolante tecnologia dell’ebook è affare vostro, ma alla fine siamo entrambi nel mercato dei libri, perchè creare una guerra tra me, voi e il gran reame di Mondadori?”

“Che soluzione avete in mente, altezza?” chiese incuriosito il duca di Amazon.

“Semplice. In due… io e lei daremo vita ad un regno grandioso. Voi vendete libri digitali e cartacei, noi pure. Voi vendete il vostro apparecchio per leggere (KINDLE). Concedeteci la possibilità di vendere il suddetto strumento nelle nostre librerie e avremo un’accordo.”

Il duca di Amazon sorrise incredulo. Non poteva credere che un monarca di quel calibro potesse realmente offrire il proprio corpo su di un piatto d’argento, convinto di aver trovato la soluzione a tutti i suoi mali.

“Amico. Abbiamo un patto.”  stretta di mano e banchetti continui.

E fu così che il gran duca di Mondadori decise di contrattaccare, radunando i mercenari del Kobo (un piccolo feudo che con il senno del poi rimane l’unico ad aver tratto beneficio da tutto questo casino). Chiese a Kobo di poter vendere i loro strumenti di lettura all’interno delle loro librerie.

Quello che i saggi di Feltrinelli e Mondadori, abituati all’egemonia feudale dello stantio e sonnacchioso mercato italiano, non avevano calcolato era che entrambi i lettori eBook lavoravano con uno store multimediale prioritario e loro oltre ad essere delle librerie erano anche produttrici di libri. In pratica un bel giorno il re di Feltrinelli si accorse che qualcosa nelle vendite stava calando. Cos’era accaduto? Semplice: Amazon permetteva non solo alle case editrici di vendere i propri libri multimediali attraverso il Kindle, garantendo ad Amazon stessa una percentuale di vendita, ma offriva alle librerie la possibilità di vendere i loro apparecchi elettronici. Il problema era che anche qualsiasi negozio di elettronica e Amazon stessa poteva vendere il Kindle. Così Feltrinelli si accorse di vendere nei suoi punti vendita un cavallo di Troia. Il rincaro del prezzo dei Kindle in Feltrinelli spostava i compratori verso i negozi d’informatica in cui compravano ad un prezzo minore il Kindle che permetteva loro di comperare la versione digitale dei titoli Feltrinelli guadagnando su questi. Immaginate la faccia di Feltrinelli.

La prima illuminazione fu quella di tentare di realizzare un proprio store digitale, ma fallì miseramente. Subito dopo corsero ai ripari e decisero di dichiarare guerra ad Amazon; come? Beh, invitando a banchettare il gran duca di Mondadori.

Chiese a Mondadori di entrare nell’affare Kobo. Mondadori accettò immediatamente e il piccolo feudo di Kobo iniziò a domandarsi, nel freddo Canada, come mai in Italia si vendessero così tanti Kobo. Non fecero nessuna domanda, perchè sapevano che a breve anche loro sarebbero arrivati a capire cosa stava accadendo.

In tutto ciò era presente un reame incontaminato, le cui guerre silenziose sono sempre state simili alla guerra fredda. Il regno di Apple se ne stava lì a guardare come un saggio monaco Zen. Apple aveva un suo store di libri, utilizzato perlopiù dagli acquirenti dei loro prodotti. E gli andava bene così, perchè Apple sapeva una cosa: nessuno al mondo d’oggi può vincere una guerra senza chiedere aiuto ad Apple.

Apple aspettò e un bel giorno il duca di Amazon sviluppò un’applicazione che rendeva leggibili i titoli del Kindle su iPad e iPhone, pagando Apple semplicemente per tenere nel suo negozio virtuale l’App in questione. Il bello che quel giorno, anche il Sovrano di Kobo fece lo stesso ragionamento e creò la sua applicazione.

E ad un tratto Feltrinelli e Mondadori capirono tutto: avevano continuato a fare editoria come se il mondo si fosse fermato agli anni ottanta.

Dovete sapere che Mondadori e Feltrinelli, eterni nemici di facciata hanno un patto antico che consente ai due reali di avere in scorta i libri altrui ad un prezzo scontato e il patto in questione prevede che le piccole case editrici debbano avere i cancelli sbarrati. D’altronde a loro bastava chiedere un trentacinque per cento di sconto sui libri per mettere in ginocchio un piccolo editore.

Ma Amazon creò uno strumento, perchè sapeva che i piccoli editori erano agguerriti. Li prese sotto la propria ala protettrice e gli diede la possibilità di competere con i grandi. Così i piccoli Davide arrivarono sul podio delle classifiche, superando spesso i Golia.

Le vere vittime di questa guerra potrebbero sembrare le librerie indipendenti, ma da anni queste non facevano altro che servirsi dai grossisti, che però ignoravano i piccoli editori.

Ma Amazon iniziò a pensare anche alle librerie idealiste. La soluzione finale era quella di creare uno strumento che aiutasse i librai a liberarsi dell’egemonia dei big e dei distributori.

È vero. Che fine faranno i distributori? Probabilmente la stessa che fecero i telegrafisti con l’avvento del telefono; spariranno. Ma esattamente come moriranno alcuni lavori altri nasceranno, perchè vi assicuro che nell’editoria c’è una marea di gente che ha lottato con i denti davanti a questi oligarchi spocchiosi e grazie alle nuove realtà che hanno dato loro le armi per competere come veri e propri gladiatori nell’arena, non molleranno mai e daranno lavoro a decine e decine di persone.

Ogni guerra miete vittime. Ma dai banchetti reali le piccole realtà sono sempre state estromesse. Adesso ci stiamo prendendo tutto e lo stiamo facendo con gli interessi. A breve le librerie potranno scegliere se ordinare dei titoli dai distributori, dai grossisti o da Amazon che farà loro degli sconti in modo da poterli fare mangiare assieme tutti noi. Starà ai rivenditori offrire a noi editori qualcosa di appetibile.

Ciò che Amazon ha fatto è semplice: ha invitato William Wallace a banchettare con loro, escludendo gli inglesi.

LIBERTÀ.

 

Ferdinando de Martino