Come nasce uno scrittore? | Sublime solitudine | di Salvo Barbaro

salvo

20 Aprile 2006
E’ un giovedì pomeriggio, sono quasi le quattro e mi trovo a casa nella quiete più assoluta. I miei genitori sono usciti per delle commissioni, “evento alquanto straordinario”, mia nonna e mio zio sono fuori per la loro solita passeggiata pomeridiana. Mio fratello è a lavoro.
Finalmente sono solo, rinchiuso nelle “mie” quattro mura, assorto nei miei più assurdi e sconfinati pensieri di giovane-adulto-lavoratore-tempo-determinato. Ho finito da poco più di un’ora di lavorare, operaio addetto alla depurazione delle acque reflue in un’azienda vitivinicola della mia città natale. Sono stanco, cerco disperatamente di riposarmi sul mio letto accomodato con cura dalla nonna. Appoggio la testa al morbido cuscino, guardo il soffitto, sto per chiudere gli occhi e suonano al citofono. Impreco, mi alzo, vado alla porta e rispondo molto scocciato. Dall’altra parte una voce femminile, suadente e devo dire molto bella che mi dice -Salve, lei crede in Dio?
Resto in silenzio per circa quaranta secondi, poi esclamo –Beh, non so, bella domanda. Comunque ho da fare arrivederci.-
Chiudo la conversazione, impreco di nuovo e mi rimetto a letto. Non chiudo occhio, ho una sensazione strana. Sono troppo emozionato per così tanta solitudine, troppo bella questa occasione per buttarla in due ore di sonno inutili. Mi alzo, vado in cucina, apro il frigo. Cerco disperatamente qualcosa da mettere sotto i denti, rovisto tra prosciutto crudo, prosciutto cotto, formaggi, succhi di frutta, acqua gasata, ma niente che possa soddisfare la mia fame da noioso-voglioso-di-dolci.
Idea, apro il freezer e ecco spuntare davanti a me l’essenza della golosità, il sublime piacere del palato, Magnum Algida. Lo addento ancora ghiacciato, lo guardo fisso mentre sembra implorarmi pietà, ma niente… la mia furia è inarrestabile. Dopo nemmeno due minuti, di lui resta solo lo stecchino di legno, bagnato della mia saliva, dalla mia voglia e del mio orgoglio. Lo getto con calma olimpica e un dubbio “vorticoso” mi assale, e ora? Che cazzo faccio? Sono appena le quattro e trenta. Ok, bevo un sorso d’acqua e ritorno in camera. Accendo la tv e come sempre c’è Italia Uno a riempire i vuoti incolmabili di noi giovani annoiati-vogliosi-pipponi. Guardo attentamente Dawson che bacia Joey appassionatamente, mentre lei lo cornifica con Pacey, mentre amoreggia con la sua insegnante. Basta! Mi vergogno un po, spengo la tv e riguardo l’ora, sono le quasi le cinque. Mi alzo dal letto, gironzolo per la stanza, guardo fuori la finestra e vedo il nulla, il niente del mio povero quartiere, che sembra davvero un puglie tramortito, rimasto solo sul ring dopo l’ennesimo KO subito. Chiudo la finestra velocemente e scappo in soggiorno attraversando il corridoio.
Con la coda dell’occhio, in camera dei miei, noto sul comodino di mio padre un libro, giallo e nero. Mi avvicino lentamente come un felino che sta per agguantare la sua preda, entro piano e lo prendo. Leggo il titolo, GOMORRA, lo sfoglio un pochino, lo giro e vedo sul retro la foto di un ragazzo, pelato, bruttino, sofferente. ROBERTO SAVIANO, NATO A NAPOLI IL 22 SETTEMBRE 1979, GIORNALISTA E SCRITTORE. Guardo di cosa si tratta, camorra, appalti, nomi, cognomi, poi la porta di casa si sta per aprire, sono i miei, di già, furtivamente poso il libro e corro in camera mia, mi metto sul letto e faccio finta di dormire.

Salvo Barbaro.

3 Commenti

  1. Roberta

    Sensazioni evocate:
    Tutto si materializza, la scena prende forma e quella parte “sconosciuta” di te si colora di nuove tinte…
    Quel libro rimesso al suo posto è come voler rimettere a posto la propria vita per accorgersi poi che quel posto non è quello giusto!
    E allora riprendi in mano quel libro e con lui ti riapprori della tua vita per trovarle una nuova collocazione…questa volta scelta da te…
    Buona fortuna 🙂

    1. linfernale

      Bella osservazione! Credo che Salvo riesca in quell’operazione complicata del parlare al lettore. Io, personalmente, chiamo questa capacità: talento.

  2. Salvo Barbaro

    Grazie Roberta, bellissima osservazione. Dai che la fortuna l’andiamo a prendere 🙂

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