Red dragon | Quando il Best Seller diventa arte

Red-dragon

Thomas Harris incarna quello che un po’ tutti gli scrittori vorrebbero essere.

È un letterato ed anche un autore di Best Seller.

Il primo romanzo della saga di Hannibal Lecter è un manoscritto semplicemente eccezionale e carico di un’angoscia che fa da sottofondo ad una serie di eventi capaci di aprire la mente sul macabro che potrebbe stagnare in ognuno di noi.

Abbiamo questi due protagonisti che s’intersecano in maniera molto particolare. Da una parte la figura di Will Graham, ex agente FBI così vicino alla mentalità dei criminali da riuscire a perforare la corteccia dei loro pensieri più intimi e dall’altra, troviamo il Dott. Lecter, una mente criminale così vicina alle teste acculturate dell’élite degli intellettuali da riuscire quasi a convincerci che la sua ottica del mondo è superiore alla nostra.

Per tutta la durata del libro è presente, infatti, il costante ed assillante interrogativo: Non è che Hannibal è più libero di tutti noi? È forse per questo che ci siamo sentiti in dovere di metterlo in gabbia?

Ovviamente ci troviamo davanti ad una figura letteralmente “difficile”, in quanto cannibale.

La struttura di questo lavoro è impeccabile e il suo vero protagonista non appare molto, in quanto la sua figura è più quella di un  particolare burattinaio della materia oscura addormentata che risiede in ogni uomo.

Lo vediamo muoversi all’interno della sua cella con gli occhi di Will Graham, ma da un certo punto di vista Hannibal riesce a girare per il mondo attraverso un meccanismo che verrà chiarito tra le pagine di questo sensazionale capolavoro.

La presentazione di Hannibal è lenta e tarda ad arrivare. Lo si può percepire a pagina 65 quando il lettore capirà che il protagonista della saga farà il suo ingresso trionfale su carta stampata.

Il grottesco e il drammatico diventano una materia che Lecter riesce freddamente ad interpretare come se affondasse le sue radici nello stesso pozzo di quella melma cerebrale, esattamente come Will Graham, paralizzato in quel limbo estemporaneo disegnato tra i buoni e i cattivi.

Insomma, questo libro è una partita a scacchi tra due mali completamente differenti.

Lecter è il male che mira al male, mentre Will non è altro che un male mirato ad un bene di circostanza.

Ebbene sì… una volta Mondadori pubblicava roba veramente bella.

Buona lettura.

 

 

Ferdinando de Martino