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Mucchio d’ossa | STEPHEN KING | Best Seller d’autore

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Devo ammettere che non mi sarei mai aspettato un libro del genere da Stephen King.  Ovviamente non mi riferisco all’appartenenza di genere, quanto più al particolare ed estremamente ben definito stile letterario.

Mucchio d’ossa è un libro che mi ha letteralmente conquistato dalla prima all’ultima pagina.

Entrare nella mente e nelle elucubrazioni di un personaggio delineato alla perfezione in una veste autoriale mi ha regalato un eccellente punto di vista sul mondo della letteratura, nonostante abbia letto decine e decine di libri sul “blocco” dello scrittore.

Molti potrebbero gridare alla banalità, ma “Mucchio d’ossa” non è un libro sul morbo dello scrittore senza parole, bensì una storia in cui eventi ben più importanti hanno come cornice il suddetto problema che molti scribacchini vivono come un suicidio professionale .

I brividi trasmessi dai dialoghi-monologhi mi hanno congelato l’anima più d’una volta.

Leggendo le pagine di questo piccolo gioiello mi sono imbattuto in un vero e proprio best seller d’autore.

Ferdinando de Martino.

JOHN WICKER | DREAM | presto su Amazon

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Stiamo lavorando agli ultimi ritocchi al nuovo romanzo di John Wicker “DREAM” e mi ritrovo qui, con questo romanzo tra le mani .

Partire con il progetto editoriale dell’Infernale è un piacere inimmaginabile.

Le uniche anticipazioni che possiamo darvi sono relative al genere: DREAM  è un misto tra la classica narrativa weird e l’horror grottesco.

Ho iniziato a leggere le prime pagine di questo romanzo e mi sono sentito subito trascinato in un mondo fatto di avventure in tinte cupe e vite normali, tramutate in qualcosa di estremamente prezioso.

Sono sicuro che avrete avuto il tempo di apprezzare questo scrittore sul nostro portale, leggendo i suoi racconti e se non l’avete ancora fatto… potete trovarli qui: http://linfernale.altervista.org/j-wicker/

Comprare un libro è un po’ come firmare un contratto con se stessi, una sorta di sfida contro il mondo esteriore pre accrescere quello interiore.

 

John Wicker è uno scrittore sensazionale, capace di commuovere ogni molecola del corpo del lettore.

A breve parleremo anche della trama del primo volume di questa trilogia.

Ah, è vero… mi ero dimenticato di dirvi che DREAM sarà una saga d’autore.

Un saluto a tutti i lettori del blog

 

Ferdinando de Martino.

ORDINA IL TUO QUADRO | Arte-regalo per Natale | Post-Er-Art

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Per ordinare un quadro presente all’interno del catalogo del blog, basta scrivere una mail all’indirizzo di posta elettronica ferdidioniso@gmail.com oppure, potete utilizzare i commenti del sito.

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A Natale REGALA un quadro e sicuramente risulterai originale e ricercato.

Oltre alle opere presenti nel catalogo, è possibile prenotare un ritratto discutendo direttamente con l’autore dei quadri, progettando un’opera unica ed originale.

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Ferdinando de Martino.

Scrittura creativa | DESCRIZIONI CONVINCENTI | di Ferdinando de Martino

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Una delle regole basilari della scrittura è stata ampiamente descritta da autori come Hemingway: SEMPLICITÀ
Il problema della semplicità come concetto letterario è abbastanza particolare, perchè per quanto possa risultare ironico, non è semplice essere semplici.
Partiamo dal concetto di semplificazione.
Leviamoci dalla testa che semplificare voglia dire tagliare, no… tagliare vuol dire tagliare, mentre semplificare e una mera questione di punti di vista.
Per spiegare al meglio questa cosa, utilizzerò un semplicissimo esempio propedeutico alla semplificazione.
Nella narrativa contemporanea, la semplificazione è sinonimo di verità e tutto ciò che non risulta vero diventa automaticamente artefatto o complesso.
Ma come facciamo ad essere veri?

Prepariamo un soggetto per un incipit:

Una ragazza legge una lettera, seduta nella sua cucina.
Abbiamo il soggetto e adesso proveremo a realizzare in maniera veritiera questa scena, partendo da un modo grezzo di descrivere il tutto.

Marta stringeva tra le mani la carta porosa di quella lettera, contenente una risposta che attendeva ormai da troppo tempo.
La cucina era silenziosa, quasi come se stesse aspettando qualcosa di ancestrale.

Vedete? Abbiamo la cucina, la ragazza e la lettera; oltretutto abbiamo usato anche il termine “ancestrale”, quindi dovremmo essere dei fighi… invece, manca la verità.

Come arriviamo a ciò che è vero? Cambiando prospettiva.
Quando raccontiamo una storia, siamo davanti ad una tastiera. Questo è il primo errore: quando scriviamo una storia, dobbiamo essere all’interno della storia.

Se entriamo in quella cucina, vivremo l’ambiente, ma questo non vuol dire che dobbiamo metterci a descrivere ogni oggetto e sensazione, perchè Proust è già esistito. Quello che dobbiamo fare è vivere in maniera reale tutto ciò che ci circonda.
Limone. La fragranza del detersivo per i piatti che stagnava nel lavandino era sicuramente limone.
Riusciva ad infiltrarsi nel legno, passando per le intercapedini, tra i muri, sotto le sedie e perfino nelle narici di Marta, impegnata a sfiorare la colla appiccicaticcia di quella busta.
La sedia scricchiolava, interrompendo gli attimi di silenzio in cui si perdeva in mille divagazioni.

Abbiamo la cucina, anche se non è stata nominata, abbiamo la busta, la sedia e Marta ma la verità è data esclusivamente dai sensi implicati nella descrizione.
Non c’è nulla di visivo, perchè in questo caso ci siamo affidati solamente all’olfatto, all’udito e al tatto, eppure il lettore ha la scena davanti agli occhi: una ragazza legge una lettera, seduta al tavolo della sua cucina.
Il lettore non è uno stupido, anzi, nella maggior parte dei casi è più intelligente dello scrittore, perchè il tempo che lui impiega a battere le parole sulla tastiera, il lettore lo impiega leggendo e questo la dice molto lunga su tutta la questione.

Non dobbiamo mai dimenticarci che un libro è intrattenimento e l’intrattenimento è interattivo: mai dare troppo o troppo poco.
Dare il giusto al nostro pubblico, significa semplificare la narrazione con espedienti sensoriali, atti a gettare il lettore all’interno della storia, facendolo sentire parte integrante di quel magico processo che è la letteratura.

 

Ferdinando de Martino.

La MAFIA dell’editoria a pagamento | inchiesta

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L’editoria a pagamento è un tema estremamente scottante per il mondo della carta stampata.

Da scrittore credo che la miglior modalità di difesa sia quella di definire alla perfezione il proprio nemico
e quando il nemico in questione è l’editoria a pagamento, dovremmo sentirci tutti liberi di definire tali case editrici:
Mafia.

Partiamo dal presupposto che scrivere è un lavoro e nessuno dovrebbe pagare per lavorare.

La metodologia delle case editrici a pagamento o doppio binario (ovvero, quelle case editrici che offrono servizi d’editoria a pagamento non) è la seguente: prendi i soldi e scappa.

Ogni scrittore avrà modo d’imbattersi in papponi del genere nel corso della sua carriera e l’unico modo per combattere questa mafia è il denunciare i mafiosi.  Non si parla di una denuncia alla polizia o cose del genere, quanto più di un semplice sputtanamento mediatico.

Viviamo nell’era di internet e se Assange ha insegnato qualcosa al mondo è che le libertà del web è universalmente accessibile anche al più piccolo degli uomini. Qui si tratta di scrivere una storia sacra, come in Davide contro Golia.

Sputtanare i mafiosi pubblicando le loro mail sul web equivale a mostrare al mondo quanto questi piccoli bulli di quartiere siano effettivamente piccoli all’interno dell’oceano del mondo digitale, mondo che è a tutti gli effetti l’unico in grado di metterli in ginocchio.

Muoversi attraverso i nuovi canali è la base di una piramide che renderà omaggio nostri sforzi. Gestire un blog o una testata internet, un memoriale o quant’altro regala a chiunque la possibilità di dire la propria opinione, facendo sentire al mondo voci che nessuno avrebbe potuto ascoltare seguendo i canali tradizionali.

Il web che piace a me è una fucina d’artisti che creano giornalmente decine e decine di racconti per far conoscere al pubblico il loro lavoro e le loro ambizioni.

Dimenticatevi del mondo esterno e attaccatevi ad un computer. Bloggate come se non ci fosse un domani. Seminate la vostra voce come mine antimafiosi nel cyberspazio e prima o poi qualche Golia di circostanza cadrà ai nostri piedi.

Scrivere può essere una salvezza. Esistono molti lavori oltre al blogging personale, come il ghostwriting e il copywriting, lavori che danno la possibilità di creare uno o più stili differenti, imparando a tutti gli effetti un mestiere nuovo: quello dell’artigiano della parola.

Guadagnare scrivendo per altri dà la possibilità di entrare nel sistema o in una comunità di altri autori che come te cercano di arrivare a fine mese senza ammazzarsi. Essere uniti è la base di tutto.

Writer’s dream ha stilato coraggiosamente una lista degli editori a pagamento e  a doppio binario, grazie agli scrittori che hanno raccontato le loro esperienze e questo è lodevole, ma la lotta deve continuare.

Ogni E-book pubblicato su Amazon o in un blog è una ferita indotta ai mafiosi che giorno dopo giorno stanno iniziando a vedere il pavimento attorno a loro sgretolarglisi da sotto i piedi.

Commentare quest’articolo con le vostre esperienze aiuterà gli autori del futuro ad imbattersi subito in una casa editrice seria, fermando così i Totò Riina della carta stampata.

La nostra voce si muove su canali privi di censura e questo è il miglior modo di sfruttarla.

Editoria a pagamento = MAFIA

Ferdinando de Martino.

Gestire un BLOG | l’importanza del diario.

Che tu sia uno scrittore o un blogger poco importa, ciò che davvero ti renderà unico sarà il tuo diario.

Tenere un diario è la palestra dello scrittore. Quando parlo del diario, in realtà mi riferisco a due diverse tipologie di diari o quaderni o come diavolo preferite chiamarli.

Il primo diario dovrebbe essere quello in cui si annotano le riflessioni e gli spunti per gli articoli o le linee guida per la stesura di un romanzo. Segnare tutto quanto su carta è di vitale importanza per dare al nostro cervello la possibilità di dimenticare ciò che abbiamo pensato, dandogli la possibilità di creare nuovi pensieri.

               TENERE UN DIARIO È LA PALESTRA DELLO SCRITTORE

 

Questo “creare” in continuazione, però, non è sempre un bene. L’ottanta per cento di ciò che andremo a pensare sarà semplice spazzatura intellettuale con qualche piccola pepita d’oro sparpagliata nel pattume.

Proprio per questo il secondo diario è quello più importante per uno scrittore, perché la vera palestra dello scrittore è lo scrivere di getto o, se vogliamo metterla meglio,  il flusso di coscienza tanto caro a Joyce.

Lavorare al secondo diario sarà un po’ come buttare l’immondizia, per poi fare un cernita di ciò che potrebbe essere rielaborato sul primo diario e, eventualmente, finire su di un blog che gli utenti andranno a leggere.

L’allenamento continuo è anche una delle migliori armi per combattere il famigerato blocco dello scrittore, drago che da sempre cerca di abbrustolire i cavalieri della letteratura.

La vostra penna sarà una lancia che dovrete usare per sconfiggere il suddetto drago, impedendo al blocco di minare la vostra autostima.


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Il segreto di un buon blog è la continuità, legata alla creazione di contenuti che i vostri lettori troveranno utili. Ricordate che un blog non vive sulle visualizzazioni momentanee, sebbene tutti noi attendiamo con ansia che il contatore delle visite giornaliere salga a dismisura, ciò che mantiene in vita un blog è l’affluenza continua del suo pubblico.

                           L’ALLENAMENTO CONTINUO È L’ARMA MIGLIORE

Analizzare le richieste del pubblico creerà un rapporto diretto tra blogger e utenti, lasciando che la connessione tra menti divenga più importante delle connessioni ADSL.

Ovviamente ci sono delle tecniche mirate per la creazione di contenuti, per queste ho intenzione di scrivere un articolo a parte, sperando che possa risultare utile a qualcuno.

 

Se ti è piaciuto l’articolo, forse può interessarti: COME PUBBLICARE UN LIBRO

 

Ferdinando de Martino.

 

Freaks Show. American Horror Story, Poe e Tod Browning.

L’episodio pilota di American Horror Story (freak show) è stato un vero e proprio piacere per gli occhi e per la mente.

Che dire? Jessica Lange è la recitazione fatta persona, una vera diva d’altri tempi che di serie in serie riesce a rinnovare la sua perfidia e il suo estro inquietante.

Il tema dei Freaks  è sempre stato uno dei più interessanti e controversi del panorama artistico, basti pensare al celebre FREAKS di Tod Browning con una stupenda ed insuperabile Olga Baklanova alle prese con un gruppo di “diversi” dotati di un talento espressivo senza eguali.

Oltre all’opera in questione e alla serie appena cominciata, consiglio vivamente la lettura del racconto di Poe “Hop Frog”, lavoro geniale e al contempo struggente come pochi.

Il diverso, colui che appare differente dalla moltitudine e proprio per colpa di questa sua differenza, viene relegato al ruolo di fenomeno da baraccone; questo è il tema affrontato nei lavori di cui mi trovo a scrivere in questo momento.

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Credo fermamente che l’arte e la cultura dovrebbero essere le armi primordiali contro la guerra all’ignoranza che relega il “non replicante” alla condizione di mostro o se vogliamo di Freak.

Poi… cari lettori, Jessica Lange è la sessantacinquenne più affascinante del pianeta; quindi vi auguro una buona visione con American Horror Story (freak show).

Ferdinando de Martino