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Come siamo arrivati alla guerra di Troia? | di Ferdinando de Martino

la mela della discordia

Per capire a fondo l’Iliade bisogna pensare che di una guerra durata dieci anni, quest’opera ne racconta solamente gli ultimi cinquantuno giorni.
Se dovessimo dare un nome a questa manciata di mesi, potremmo tranquillamente definire questo periodo come: i giorni di Achille.
L’opera omerica ha in tutto e per tutto la concezione del serial televisivo americano, in cui di puntata in puntata non si fa altro che invogliare il pubblico ad andare avanti con la storia.
Come in molte serie televisive americane, anche l’Iliade avrebbe bisogno di una voce narrante pronta a raccontare ciò che è successo nelle puntante precedenti.
Tutti sanno che la guerra di Troia, secondo l’Iliade iniziò per colpa di Eris ( dea della discordia) che gettò sul tavolo una mela dorata da regalare “Alla più bella”, ma in realtà esistono delle versioni più accurate, capaci di farci capire realmente le motivazioni scatenanti che hanno portato a quel gesto.

Se proprio vogliamo dirla tutta, la colpa dovrebbe ricadere su Zeus (capo di tutti gli dei) che, secondo una delle versioni, un giorno cadde vittima della sua stessa paranoia, generata da una chiacchierata con Prometeo.
La questione è molto semplice, se Zeus fosse paragonabile ad un personaggio della nostra cultura popolare, sarebbe sicuramente Ridge Forrester di Beautiful. Zeus se l’è fatte tutte. Non ne lasciava una.
Avendo avuto molte tresche, iniziò ad interrogarsi sull’eventuale possibilità di aver generato una prole talmente forte da riuscire a spodestarlo dal trono degli dei; così si domandò -Cosa possiamo fare per evitare che uno di questi eroi che popolano la terra mi soffi via il trono?

La paranoia di Zeus venne fomentata in tutti i modi. Il capo degli dei era talmente vittima di questa sua ossessione paranoica, da mettere fine ad un corteggiamento estenuante riservato alla ninfa Teti.
Questa Teti doveva essere un gran bel pezzo di ninfa, perchè anche Poseidone aveva perso la testa per lei. Tuttavia anch’esso desistette dal continuare il corteggiamento.
Perchè? Semplice. Perchè sulla bella ninfa vigeva una profezia abbastanza inquietante per un dio dell’Olimpo: Teti avrebbe partorito un figlio più forte del padre.

Ora, forse non lo sapete ma tra le divinità il concetto paterno non aveva un’accezione molto amorevole. Pensate che Zeus salì al potere spodestando Crono, suo padre, che a sua volta era salito al trono riservando la stessa sorte a suo padre, Urano, decidendo anche di asportargli i testicoli.
Le divinità greche avevano un gran senso dello splatter.
Per prevenire un susseguirsi di violenza e, tenendo molto alle sue palle, Zeus decise che ci voleva una bella guerra per spazzare via almeno un paio di generazioni di figli indesiderati.
Così acconsentì a partecipare, assieme a tutti gli dei, al matrimonio della bella Teti e di Peleo.
Al ricevimento, probabilmente durante una bevuta, Zeus disse ad Hermes -Senti un po’… quando arriverà Eris, tu dille da parte mia che non è la benvenuta.

Ora immaginatevi, visto il gusto del melodramma degli dei, come avrebbe potuto reagire ad un affronto simile la dea della discordia.
Questa povera donna si era vestita tutta carina, felice di partecipare al matrimonio, magari aveva anche deciso di comportarsi bene e all’entrata si trova Hermes il buttafuori che le dice che non è la benvenuta. Poverina.
Così, scansando Hermes, decide di entrare solamente per seminare la discordia. Lancia sul tavolo una mela d’oro con su scritto “Alla più bella” e attende che il tempo faccia tutto il resto.

Così, nel vedere quella bellissima mela destinata alla più bella di tutte, si alzarono Era, Atena e Afrodite. Non dissero niente, probabilmente, ma tutti gli dei capirono in che casino s’erano cacciati.
Ovviamente la patata bollente ricadde su Zeus, che disse -Beh, questa mela è per la più bella… facciamo scegliere al più bello tra i mortali.

È fu così che Paride se lo prese in quel posto.
A quel punto alle tre divinità non gliene fregava più niente della bellezza, ma volevano la mela. Era una guerra e come in ogni guerra iniziò una negoziazione.
Era offrì al giovane Paride l’Asia. Ho sempre trovato molto interessante il regalo di Era. Sì, perchè uno solitamente regala del denaro, una casa, una macchina, non l’Asia. Questo vuol dire che Era aveva sempre avuto l’Asia lì nel cassetto, pronta per essere regalata.
Più volte si sarà trovata in imbarazzo a portarla in dono a qualcuno, perchè in effetti era un regalo un po’ importante. Se tu regali l’Asia, fai sfigurare tutti quelli che regaleranno un frullatore e cose del genere.
Fatto sta che per ottenere quella mela, Era offrì un continente al giovane Paride.
Atena gli offrì il valore in battaglia, il coraggio e la saggezza. Tutte cose di cui Paride non conosceva il significato.
Infine, Afrodite si avvicinò al giovane e gli disse -Se mi dai la mela… io ti faccio conquistare Elena di Sparta.

Elena era la donna più bella di tutto il mondo ed era anche sposata con il re di Sparta, allora chiamata Lacedemone.

Così, Paride regalò la mela ad Afrodite, perchè era un uomo e gli uomini non ragionano sempre col cervello.

Dietro tutto questo, Zeus se ne stava tranquillamente a bere con i fratelli e i figli, guardando il suo piano andare a buon termine.
Lui non aveva nessuna colpa, se non quella di aver accettato un invito ad un matrimonio.

Zeus doveva avere un concetto di famiglia tutto particolare. Aveva spodestato il padre, sposato sua sorella e stava per sterminare la sua prole; il tutto tramando nell’ombra dei suoi pensieri e delle sue paranoie.

 

 

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Ferdinando de Martino