Settembre 2014

Gli autori POPolari, fanno male al cervello?

Giudicare una persona dai suoi gusti letterari, per quando mi riguarda, è un’attitudine estremamente maleducata. Ogni lettore ha un suo personale rapporto con la letteratura e ritengo che questo debba essere preservato dal giudizio della massa; detto ciò, mi piacerebbe esprimere un concetto che mi sta veramente a cuore e nel farlo, spero di non ferire la sensibilità di nessuno.

Non credo ci siano autori di serie A e autori di serie B, l’arte è un campo del tutto soggettivo quindi, spesso, gli unici parametri di giudizio che abbiamo dalla nostra parte sono: il gusto personale e le vendite delle copie dei singoli scrittori.

Porterò adesso ad esempio due autori estremamente popolari, il primo, Stephen King e il secondo, sarà il nostro connazionale Fabio Volo.

Stephen King è ad oggi uno degli scrittori più tradotti al mondo e dai suoi lavori sono state tratte numerose trasposizioni cinematografiche e televisive. Ogni libro di King entra a pieno merito nella classifica dei bestseller, questo ha portato l’autore americano alla stesura di uno dei più famosi manuali sulla scrittura creativa in commercio, dal titolo On writing.

Personalmente conosco decine e decine di estimatori di King, uno di questi è un artista di un settore diverso dal mio, ovvero, quello musicale. Avendo molta confidenza con questa persona, più e più volte nel corso degli anni, mi sono ritrovato a fargli notare quanto mi stupisse questa sua passione per l’autore in questione.

A stupirmi non era tanto la sua devozione verso i lavori di King, quanto più il fatto che una persona così immersa nel settore artistico potesse apprezzare le opere di un autore così schiettamente pop.

Una sua risposta su tutte è riuscita ad esprimere un concetto estremamente semplice, concetto che racchiude tutto ciò che concerne il mondo della letteratura pop.

Mi trovai a chiedere a questo carissimo amico -Hai letto l’ultimo libro di King?- e la sua risposta fu -No… non posso più leggerlo.
Al che domandai, incuriosito -Cosa vuol dire che non puoi più leggerlo?

-Vuol dire che ho letto Fante e Bukowski e adesso… beh, adesso non riesco più a vedere King come uno scrittore.

Vi prego adesso di non affilare gli artigli, non intendo assolutamente dire che King non sia uno scrittore, ricordate che la persona che scrive queste parole conta nel mondo editoriale meno di un moscerino, messo a confronto con King.

Quello che voglio dire è che molto spesso le persone che trovano affascinanti le opere di King non si sono mai rapportate con i grandi classici che hanno portato la carta stampata alla letteratura contemporanea. Con questo non intendo dire che chi ama King, ignori al contempo la totalità della letteratura, quello che voglio dire è che a livello statistico troverete più persone che dopo aver letto Dostoevskij non saranno in grado di leggere King che il contrario.

Ovviamente conosco centinaia di autori, alcuni dei quali anche personalmente, che amano King pur avendo letto molto di più del sottoscritto, ma gli scrittori non fanno testo, in quanto per fare lo scrittore, Stephen King è un autore che ognuno dovrebbe avere nel suo carniere.

King piace, vende e soprattutto è trasposto, quindi si può aggiudicare l’etichetta di scrittore POP laddove pop, sta per popolare.

Un altro autore POP è il nostro Fabio Volo, autore che tutti gli intellettuali continuano a bistrattare, accrescendo ancora di più la sua fama. Personalmente non sono riuscito a leggere più di due pagine di un libro di Fabio Volo senza pensare al suicidio, ma il gusto è un fattore del tutto personale e per fare una buona critica ad un fenomeno di massa, occorre ragionare a mente lucida.

Esistono autori POP che sono stati considerati tali solamente dopo il trapasso, primo fra tutti Edgar Allan Poe. Ricordiamo che Poe è morto in un ospedale di Baltimora, in povertà, senza essere nemmeno riconosciuto ne dai medici ne tantomeno dalle infermiere.

Abbiamo quindi su di un tavolo immaginario due autori POP, Fabio Volo ed Edgar Allan Poe. Quello che voglio invitare a fare ad un eventuale lettore è un semplice esperimento, ovvero, il leggere uno dei libri di Fabio Volo.

Una volta terminata la lettura, l’eventuale lettore dovrebbe cimentarsi nel leggere “La caduta di casa Usher”, di Poe. Una volta terminati entrambi gli autori, dovreste prendere tra le mani un secondo libro di Fabio Volo e provare poi a leggerlo.

A questo punto, dovreste avere le armi giuste per paragonare i due autori POP e molto probabilmente, il resto lo farà il vostro giudizio.
Come spiegavo all’inizio di questo articolo, l’unico parametro che abbiamo per giudicare uno scrittore è il nostro personale gusto; non esistono critici, giornalisti o blogger in grado di decidere per noi.

Spero con questo mio articolo di non aver offeso nessuno, in caso contrario, spero possiate perdonarmi o anche insultarmi; d’altro canto il web è una piazza multimediale dove chiunque può parlare e chiunque può finire alla gogna.

Ferdinando de Martino.

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