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Violenza sui minori | IL PALAZZO DEI MOSAICI di Paolina Russo | Parlare del trauma

Sentiamo sempre più spesso parlare di violenza sulle donne e violenze sui minori perché, nonostante i carnefici non siano cambiati, le vittime hanno da tempo iniziato ad alzare la testa, denunciando tali violenze.

Sembrerebbe un ragionamento lineare: se qualcuno ti fa del male, basta denunciarlo.

La realtà dei fatti è distante anni luce da questa semplificazione. Oggi vi racconteremo la storia di un’autrice che non solo ha avuto il coraggio di alzare il capo ma che, a distanza di anni, ha creato un modo del tutto atipico per fare uscire i suoi demoni interiori. 

Troppo spesso le vittime non vengono ascoltate, o ancora peggio, vengono messe in dubbio le loro accuse. Altre volte accade che dopo una denuncia, la bestia che si cela dietro la violenza finisca per ammazzare la vittima prima di arrivare al processo. Proprio in questo mondo terribile e angosciante, Paolina Russo ha elaborato il suo dolore gettandosi a capofitto nel mondo della scrittura. 

In una Campania di qualche anno fa, muove i suoi passi nella vita la piccola Oli che da poco ha perso sua nonna; figura molto importante per la bambina. 

Attorno a lei un’intera famiglia in trepidazione per un matrimonio nella cornice del Palazzo dei Mosaici.

I giorni della bambina vengono scossi dalla presenza di sua nonna che, sotto forma di fantasma, sembra tornata per risolvere qualcosa nel palazzo di famiglia. 

Questo escamotage dark riesce a conferire al libro Il Palazzo dei Mosaici una leggerezza quasi fiabesca, nascondendo al suo interno un messaggio difficile da digerire che ai più potrebbe anche sembrare freddo: allontanarsi da un trauma può aiutare a trovare le giuste armi non per combatterlo, ma per conviverci.

Così l’autrice del romanzo ha deciso di affrontare un trauma a sfondo sessuale legato alla sua infanzia.

Parlando con Paolina Russo le abbiamo chiesto come la scrittura e il suo trauma si sono incontrati per trasformarsi poi in un romanzo   

Paolina Russo: Il trauma interferisce e condiziona inesorabilmente la vita di chi lo ha subìto. Anche quando il traumatizzato decide di rimuoverlo fino a negarlo a se stesso. La scrittura non può salvare né guarire dalle ferite di un trauma, ma è uno strumento utile per tirare fuori e fare riemergere una parte di noi. Scrivere mi ha aiutata ad ammettere di aver subito un trauma.

La scrittura di genere molto spesso nasconde parti delicate e personali. Frankenstein ne è un esempio lampante. Utilizzare l’archetipo del fantasma ti ha aiutata dal punto di vista dell’espediente letterario?

Paolina Russo: Credo che la scelta dell’io narrante abbia fatto la differenza. Un fantasma arrabbiato con gli uomini era ottimale. La nonna, che interagisce con la protagonista, è basilare per la comprensione del trauma. Quindi credo che gli escamotage narrativi aiutino moltissimo. 

L’opera diventa un esperienza a tutto tondo con una Campania ricca di tradizioni alle spalle. Proprio per questo  Il Palazzo dei Mosaici uscirà parallelamente anche in versione audiolibro. Chiunque acquisterà la versione ebook avrà la possibilità di ascoltare gratuitamente in streaming l’audiolibro edito da I.Edizioni. 

Con questo libro, uscito dalla fucina della scuola di scrittura creativa Genius di Paolo Restuccia, Paolina Russo non solo ha trovato una sua voce, ma è riuscita a far parlare un dolore che si muove all’interno di molte persone e che spesso cede al silenzio, finendo per rimanere un trauma inespresso. 

Per descrivere a pieno questo romanzo esiste un solo termine: coraggio. 

 

Ferdinando de Martino

Come nasce un libro ? – di Ferdinando de Martino

Ogni libro ha una genesi particolare.  Nella mente degli scrittori  c’è sempre una causa scatenante e questa è l’unica cosa che trovo interessante da discutere assieme ad un autore. Lavorando da anni nell’editoria preferisco che siano i libri a parlare, lasciando agli scrittori l’onere della scrittura.

Mi capita quindi di chiedere ai miei autori di pensare bene all’idea, a quello che si vorrebbe comunicare con un manoscritto e reputo tutto ciò estremamente interessante.

Quindi oggi non ho nessuna intenzione di ammorbarvi parlando di un libro, bensì delle motivazioni che mi hanno spinto a pubblicare il titolo ROMEO E GIULIETTA SI SONO BEVUTI IL CERVELLO.

Come potrà garantirvi Marco Peluso, un autore che frequento mediaticamente, spesso chi lavora con la scrittura finisce per impegnarsi in molti progetti, allineando questi allo studio. Nel mio caso si aggiunge anche il lavoro editoriale, ma esattamente come nella produzione dei miei spettacoli teatrali, mi avvalgo di componenti che riescono a rendere il mio lavoro un po’ più facile.

La genesi di questo libro nasce da due fattori. Il primo è legato alla produzione di racconti che molti siti di case editrici francesi regalano ai lettori per poi aggiungerne uno un po’ più lungo in una versione cartacea. Amando profondamente la linea editoriale dei nostri cugini, decisi di optare per questa metodologia ed iniziare a pubblicare una serie di racconti sul sito dell’Infernale Edizioni, lavorando a quello principale in parallelo.

Insomma, regalare dei racconti confezionando poi un libro finale mi sembra molto coerente con la divulgazione quasi open source.

Il secondo è il concetto di prigione. Ho visto, nella mia breve vita, persone con un’incredibile capacità di auto-privazione-della-libertà che mi ha sempre affascinato. La mia storia, quindi, partiva dal concetto basico del: spesso noi stessi possiamo essere il nostro peggior nemico.

Questo è il punto centrale. La storia parla di un pugile e di una cameriera. Un piccolo idillio nella periferia piemontese esploderà tra loro, mettendo in luce le sbarre delle prigioni che i protagonisti si sono costruiti attorno.

Io amo chiamare il format con cui ho pubblicato ROMEO E GIULIETTA SI SONO BEVUTI IL CERVELLO, “libro regalo”. Lavorando alle mie sceneggiature e ai miei romanzi nelle pause tra gli editing, la preparazione dei corsi della scuola e le attività gestionali è bello poter sfornare ogni tanto qualcosa per non far passare dei tempi biblici tra un romanzo e un altro.

Per acquistare il libro: LINK ACQUISTO

 

Ferdinando de Martino

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Sei stanco delle case editrici che rifiutano i racconti? Forse facciamo al caso tuo.

Inviaci un racconto e noi dell’infernale lo leggeremo con attenzione, valutandolo minuziosamente per un’eventuale proposta di pubblicazione con la sezione editoriale del nostro blog.

Tu dacci una storia convincente e noi valuteremo un’intera raccolta.

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Ferdinando de Martino (Direttore editoriale)