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Alfred de Musset. LA PERVERSIONE E L’EROTISMO NELLA LETTERATURA.

Era il 1833, quando uno scrittore che ai giorni nostri definiremmo indipendente, accolse una sfida che sostanzialmente nessuno aveva lanciato.

Si discuteva di letteratura attorno ad uno dei classici tavoli letterari dell’epoca, quando un signorotto intellettuale asserì a gran voce che la letteratura erotica non era degna di esser definita, appunto, letteratura.

A quel tavolo letterario era presente uno degli autori che più ho amato nella mia adolescenza, Alfred de Musset. Il giovane Alfred somatizzò quella discussione a tal punto da costringere il proprio estro ad una di quelle guerre ideologiche tanto care al romanticismo dell’epoca.

Come per Baudelaire, anche per de Musset la letteratura doveva essere un perfetto connubio di “morbo e marmo”. La perversione della morbosità e la struttura marmorea della prosa, dovevano convivere regalando al lettore una vera e propria esperienza mentale, del tutto simile ad una sbornia.

Così nel giro di qualche giorno, Alfred de Musset scrisse “Gamiani”, un racconto erotico che vedeva come protagonista una contessa ninfomane, ansiosa di amare uomini e donne con l’ardore di una leonessa.

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Dopo aver stampato questo racconto in maniera del tutto indipendente, lo distribuì ai suoi “colleghi” letterati, dicendo che quell’opera gli era stata recapitata da uno scrittore anonimo e che lui l’aveva trovata talmente bella da volerla rilegare, rendendola leggibile ai suoi commensali.

Il sesso e la perversione hanno sempre giocato un ruolo fondamentale nella letteratura, un po’ come se l’uomo non desiderasse altro che il ritornare nel grembo femminile con l’insistenza di uno stupratore intellettivo. Il sesso vende, il sesso fa scalpore e rende leggera ogni lettura, trasportando il lettore in un qualcosa  tangibile per lui a livello emozionale. Tutto ciò che concerne l’erotismo, in fin dei conti è arte, in un modo o nell’altro.

D’altronde, quasi tutti gli scrittori scrivono esclusivamente per rimorchiare le donne.

Ferdinando de Martino.