Come nasce uno scrittore ? | Benvenuto | di Salvo Barbaro

salvo

2 luglio 2012

Sono le sette e mezzo del mattino, un caldo terrificante avvolge la mansarda dove dormo. Sono temporaneamente ospite dai miei zii a Firenze, dormirò qui finché non troverò un’altra sistemazione.
Oggi è il mio primo giorno di lavoro nella città di Dante Alighieri, nella culla del Rinascimento, fantastica a detta di tutti, vista rare volte dal sottoscritto, sempre di sfuggita, mai vissuta e visitata realmente. Penso -diventerò un fiorentino a tutti gli effetti allora!- sorrido.
Ho sonno, sono stanco perché non ho chiuso occhio dall’emozione. Mi alzo di scatto e guardo il valigione ancora pieno accanto al letto. Mi meraviglio, penso orgogliosamente di aver fatto questo passo gigantesco, lasciando dietro il passato, tutto quello che avevo cercato di costruire giù ad Avellino. Mi mancano gli amici, mi mancano i loro sorrisi, i momenti vissuti insieme spensieratamente tra una bottiglia di vino e risate stupide, a volte isteriche fatte volutamente per abbandonare la malinconia e la tristezza. Promesse fattemi da ognuno di loro, -Salvatò per qualsiasi cosa conta su di me!
Un magone si aggrappa allo stomaco, respiro profondamente e butto fuori l’aria, meglio non pensarci, la vita incomincia ora!
Sono quasi le otto e mezzo, mio zio per sommi capi ieri mi ha spiegato come si arriva al ristorante. Io annuivo, dicevo di sì, ma come al solito non avevo capito un cazzo. Esco di casa, il caldo è già insopportabile a quest’ora del mattino, faccio fatica a respirare, mi manca già l’aria fresca di Avellino. Tramvia, ricordo benissimo che come primo passo mio zio mi ha detto tramvia. Ok, mi avvio a prenderla, però rammento il suo dito indice alzato come a insegnarmi un qualcosa.
-Salvatore, il biglietto qui va fatto, perché sennò ti fanno una multa pazzesca. Non è come giù, ricordalo!
Fra me e me pensavo che anche giù il biglietto l’ho sempre pagato, poi porca puttana sei anche te di Avellino come me, forse la memoria ti gioca brutti scherzi.
Entro nella ricevitoria più vicina.
-Mi scusi, un biglietto per la tranvia per favore!
Il tabaccaio si gira verso de me, mi scruta con attenzione e fa -Paisà, sei di Napoli? Lo guardo stupito e dico -Sono di Avellino, perché mi ha riconosciuto dall’odore?
Ridiamo tutti e due, gli spiego a grandi linee la mia situazione, mi fa un grosso in bocca al lupo, ma il biglietto me lo fa pagare lo stesso, anzi mi rifila quello da dieci corse da venti euro.
Esco e mi avvio alla fermata. Penso subito che questa tramvia è molto comoda, davvero confortevole, passa ogni tre minuti e attraversa quasi tutta la città. Le porte si aprono e una ventata d’aria fresca mi abbraccia rendendomi suo schiavo per l’intero viaggio. Purtroppo sono solo pochissime fermate, scendo alla LEOPOLDA. Abbandono l’aria fredda e in lontananza vedo un bar. Avevo proprio bisogno di un caffè!
Il sudore e l’afa si rimpossessano di me, mi stanno addosso, col fiato sul collo. Entro nel bar, ordino direttamente al bancone un caffè.
-Signore, prima lo scontrino.- mi fa il giovane barista.
Annuisco e vado alla cassa, pago un euro il caffè e mentre sto per berlo faccio -Mi scusi, mi darebbe un bicchiere d’acqua gasata per favore?
Il ragazzo mi guarda, ha un’aria davvero molto antipatica, da prenderlo a calci nel culo. Mi osserva come se fossi un alieno, come se avessi chiesto la luna. Mi fa -lei non ha pagato l’acqua signore. Faccia lo scontrino anche per questa!
Mi cadono le braccia; pagare un bicchiere d’acqua? Incredibile. Ecco a questo non sono davvero abituato, nel povero sud l’acqua è sempre d’accompagnamento al caffè.
-Ok.- gli dico.
Bevo il caffè, che per giunta fa pure schifo, sorseggio il bicchiere d’acqua e con lo sguardo lo mando a cagare.
Esco dal bar, ancora caldo, ancora afa, sudo, cammino, ricordo a malapena la strada, tre chilometri a piedi come un imbecille mentre accanto a me sfrecciano una decina di autobus con l’aria condizionata all’interno. Finalmente il viale alberato, VIA CIRCONDARIA, si è lei, finalmente ci sono. Vedo in lontananza il ristorante, finalmente inizia la mia giornata lavorativa. Speriamo bene

 

Salvo Barbaro.