Come scrivere un racconto | scrittura creativa

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Partiamo dal presupposto che nessuno potrà mai insegnarvi a scrivere.

Questo non vuol dire che i soldi spesi per i corsi di scrittura creativa siano  andati dritti nel cesso, perchè fa sempre bene misurarsi con altri scrittori e feticisti delle lettere.

Il fatto è che gli scrittori sono pieni di ego e questo impedisce loro di fare una reale critica costruttiva ai fini della capacità d’intrattenimento dell’opera, perchè l’occhio dell’addetto ai lavori non è mai obbiettivo come quello del lettore.

Oggi voglio semplicemente parlare di come io immagino che si debba creare un racconto. Il mio modus operandi è, appunto, solamente un modo e va preso come tale. Se vi potrà essere utile ne sarò contento.

Fondamentalmente ci sono delle similitudini con la tecnica che utilizzo per creare la struttura dei miei romanzi, ma  per i racconti bisogna ridurre tutto all’osso.

Partiamo da un concetto di E. A. Poe (che cito spesso quando parlo di racconti, in quanto la sua produzione è praticamente impeccabile): i racconti devono nascondere il loro significato sotto la superficie del racconto.

Questo è il concetto da cui parto ogni volta. Non è sempre una cosa consequenziale, ma quasi sempre è così.

Vi faccio un esempio, prendendo proprio un mio racconto: IL GIOCO

Non avevo in mente nessuna storia prima d’iniziare a scrivere “Il Gioco”. l’unica cosa che sapevo era che doveva parlare di FINZIONE.

Quindi ho preso la finzione e mi sono detto -Adesso copriamo la finzione con le parole.- e sono partito.

Questo ovviamente è solo il primo passo.

Il secondo è quello della struttura e della metastruttura.

Tutto quello che scrivo è figlio di un parto su carta, precisamente sulla carta dei miei Moleskine e in questo studio sulla struttura vi voglio mostrare questa parte del processo creativo.

Qui sotto potete visionare la parte relativa alla struttura del “Gioco”, ovvero la trama generalizzata  del lavoro. Si tratta di una sorta di soggetto abbozzato, atto a creare una scaletta da seguire all’interno del racconto. Se stessimo parlando della realizzazione di un quadro, questo sarebbe lo schizzo a matita dell’opera.

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Dopo aver dato un’occhiata  alla struttura, passiamo ora alla metastruttura. La foto sottostante è relativa al Moleskine che utilizzo per gli appunti sulla metastruttura, ovvero, una serie di appunti relativi ai caratteri, alle attitudini e ai background dei singoli personaggi, primari o secondari che siano.

Struttura capovolta per evitare spoiler.
Struttura capovolta per evitare spoiler.

 

La metastruttura in questione è relativa a MARKET 24, il romanzo per il web presente sul mio portale. L’importanza della metastrutture è  basilare sia per la caratterizzazioni dei personaggi, sia per la semplicità dello scrivere che sarà una semplice conseguenza di questo generico mondo del sottotesto.

Sapere che un personaggio secondario pratica Jogging, anche se non se ne parlerà mai all’interno del racconto, vi aiuterà a creare un carattere forte e in grado di muoversi da solo all’interno del libro; perchè un salutista probabilmente non farà pause sigaretta e magari sarà attento anche al suo look.

Tutto questo potrebbe anche non esprimersi all’interno dell’universo che andrete a creare, ma vi darà la percezione che il mondo che edificherete su foglio elettronico risulti vero e concreto.

Quindi, i miei consigli per scrivere un buon racconto sono i seguenti:

1 Trova qualcosa da nascondere.

2 Crea una buona struttura.

3 Infarcisci la tua metastruttura con tutto ciò che ti viene in mente, anche quando i particolari ti sembreranno estremamente futili.

 

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Ferdinando de Martino