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VIDEOMAKEROFTHEYEAR | La potenza della comunicazione video |

Nasce oggi una collaborazione tra Videomakeroftheyear, il Festival dei videomakers,  e L’Infernale Edizioni.

Voglio parlarvi in questo articolo, del linguaggio e della narrazione video, avendo avuto anche l’occasione di chiacchierare con Marco Bertani, regista, ideatore e Direttore dell’evento milanese.

L’intrattenimento audio\video è una tipologia di Entertainment universale ed universalmente riconosciuto come il nuovo boom multimediale.

All’inizio il mondo del videomaking era visto come  l’universo delle radio libere degli anni settanta, in grado di amplificare le voci dei sogni di centinaia di radioamatori.

La differenza sostanziale tra questi due mondi  sta nei numeri, perchè la realtà video, dei nuovi canali social, è passata da nicchia a leader del linguaggio artistico, comunicativo e promozionale nel giro di una decade.

Noi dell’Infernale non potevamo esimerci dal raccontare la realtà del più importante Festival internazionale dei videomakers.

Per l’occasione abbiamo incontrato proprio l’ideatore del “Videomakeroftheyear” Marco Bertani.

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-Com’é nata l’idea del Festival?

M.B.  -Beh, come tutte le mie idee è nata qui nel mio studio.  Io lavoro da anni nel mondo del videomaking e mi sono accorto dell’assenza di un vero e proprio Festival internazionale dei videomakers in Italia.

Abbiamo centinaia di eventi dedicati al cinema ma, pur producendo una quantità pazzesca di video, nemmeno uno di questi è dedicato al mondo “video” d’intrattenimeno, musicale, promozionale  o culturale che sia.

-E come hai sviluppato l’idea?

M.B. -Innanzitutto ho creato un sito, spiegando al popolo del web il progetto e poi ho semplicemente atteso che qualcosa si smuovesse. Nel giro di un mese mi sono arrivati più di seicento video iscritti al concorso.

-Sono numeri importanti per un Festival neonato.

M.B -Si, è vero, soprattutto se pensi che all’inizio ero da solo. Poco dopo sono entrate nel Festival le più importanti realtà del settore come Zooppa, Userfarm, Omniavision, Myvisto, GoPro-GoCamera, Traipler, Videomakers.net, ANV, Filmaker (Associazione Nazionale dei film-makers e video-amatori). Da lì è esplosa la Videomakeroftheyear mania.

-Beh, sembra un progetto interessante. A chi è rivolto e cosa vorresti dare ai partecipanti?

M.B. -Allora, il contest è ovviamente rivolto ai videomakers che stanno iscrivendo i loro video. Ci sarà un’attenta selezione da parte di una giuria d’eccezione e una premiazione finale, ma il discorso è molto più ampio.

Vedi, le realtà social e video oramai si sono unite, per questo le web series hanno tanto successo e si stanno imponendo nel mercato ed ecco perchè anche gli youtubers partecipano al nostro concorso.

Un conto sono le premiazioni interne al canale YouTube o simili, ma partecipare ad un concorso  dedicato al “video” in sé e tutta un’altra storia. Poi, essendo dentro a questo mondo, e conoscendone a pieno i problemi, ho deciso di creare un evento nell’evento dedicato agli attori  e ai registi. “Meet your Director” si svolgerà durante la durata dei due giorni del festival e gli attori potranno incontrare i registi, gli autori di web series, video, pubblicità e documentari, sempre a caccia di volti nuovi da inserire nelle nuove produzioni.

Discutere di lavoro e di possibili collaborazioni direttamente con sceneggiatori, registi e videomakers, creando un networking è un grande obiettivo che ci siamo prefissati.

-In pratica hai creato un Festival per i videomaker, ma al contrario delle altre realtà al Videomakeroftheyear gli attori potranno partecipare non come spettatori, ma come ingranaggio del meccanismo lavorativo?

M.B -Esatto.

-Che dire, Marco… è stato un piacere.

M.B. -Anche per me! Adesso torno a lavoro.

Vi invitiamo ad iscrivervi al Festival come videomakers, attori, sceneggiatori o spettatori dal sito:  http://videomakeroftheyear.com

Ferdinando de Martino (Direttore Editoriale)

IL RIFLESSO DELLA PAURA | un racconto di John Wicker | l’Infernale edizioni

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Da oggi è disponibile su Amazon il nuovo racconto di John Wicker, lo scrittore del brivido già autore dell’acclamato “L’urlo del bosco”, pubblicato sempre da l’Infernale edizioni sul Kindle store.

In questo nuovo racconto, seguiremo la tragica avventura di una famiglia distrutta e tormentata da una presenza oscura.

“Il riflesso della paura” è un racconto in tinte horror che attinge all’immaginario collettivo del terrore, mantenendo la linearità di un racconto d’autore. Lo stesso Wicker ha affermato più volte di non volersi scrollare da dosso l’etichetta della letteratura di genere, in quanto si ritiene uno scrittore horror, prima di uno scrittore.

L’obiettivo finale di Wicker è sempre lo stesso: spaventarvi.

Per ottenere nella vostra libreria digitale “Il riflesso della paura” sui vostri dispositivi elettronici, dai tablet ai lettori e-reader, basta cliccare il banner sottostante.

Buona lettura.

 

Ferdinando de Martino.

 

Dello stesso autore, leggi anche:        

John Wicker | lo scrittore del mistero | un talento da brivido.

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A breve uscirà il nuovo racconto della serie “I racconti del terrore di John Wicker”, un autore sensazionale.

Ma chi è John Wicker?

È bastato mettere online il suo primo racconto per scatenare l’interesse dei lettori che hanno, giustamente, riconosciuto in lui un talento innato.

John Wicker (1967) è uno scrittore italo-americano, nato da padre italiano e madre americana. È cresciuto nel Jersey, per poi trasferirsi in Piemonte, alla ricerca delle sue origini italiane.

Sicuramente il suo background letterario è prettamente americano, anche se il suo libro preferito è il capolavoro del nostro compianto Italo Calvino “Le Cosmicomiche”.

Ma cosa mi ha spinto ad intraprendere un percorso editoriale con questo autore, iniziando a pubblicare i suoi racconti?

Wicker leggeva i racconti del mio blog e rispose ad un mio vecchio annuncio, inviandomi il manoscritto “L’urlo del bosco”, chiedendomi un semplice giudizio.

Dopo aver letto le prime pagine, mi sono trovato davanti ad una sensazione che non sentivo dai tempi dei racconti di Poe. Non per similitudini o cose del genere, ma semplicemente perchè la forma estremamente diretta di questo scrittore riesce a trasportare il lettore all’interno della storia.

Non sono mai stato un fan della letteratura di genere, ma al posto del giudizio che mi era stato richiesto, dissi a John che secondo me quella roba doveva essere pubblicata subito.

Per questioni ovvie, iniziammo a sentirci frequentemente, ma John non ha Facebook ed è una delle persone meno tecnologiche del pianeta. Ha un computer e una mail. Stop.

Leggendo i suoi nuovi racconti, per l’editing e la creazione delle copertine, ho iniziato a notare una vena nostalgica nelle sue parole e gli ho chiesto di parlarmi del suo passato e della sua vita, anche per la bio da inserire nel blog, ma lui, sfuggente come al solito, ha iniziato a divagare, virando la conversazione su dei nuovi soggetti a cui stava lavorando.

Solamente qualche giorno fa, John ha iniziato a raccontare qualcosa di più sulla sua vita, rispondendo alla domanda: perchè hai iniziato a scrivere?

John ha iniziato a scrivere dopo aver perso sua moglie in un incidente stradale. Un evento tragico che ha fortemente influenzato quello che un giorno sarebbe diventato il suo stile.

Jennifer, sua moglie, era un’appassionata della letteratura di genere, mentre lui amava generi completamente differenti tra loro. La notte, prima di addormentarsi, erano soliti inventare storie dell’orrore che finivano sempre con catastrofi e finali terribili. Era il loro modo di scherzare.

Proprio per esorcizzare il finale terribile della sua storia con Jennifer, ha iniziato a scrivere, rielaborando su carta le sue sensazioni.

Detto questo, John è una delle persone più simpatiche con cui abbia mai avuto a che fare. La battuta pronta e un’ironia affilata come la lama di una spada ne contraddistingue la struttura dei suoi dialoghi, non solo nei racconti, ma anche nelle mail.

Vi consiglio vivamente di leggere sul vostro kindle, iPad, iPhone, computer e quant’altro, “L’urlo del bosco” disponibile in versione e-Book, perchè sono sicuro che questo autore riuscirà ad imporsi nell’immaginario dell’orrore con uno stile moderno ed estremamente incisivo.

A breve uscirà il suo secondo racconto per “l’Infernale edizioni” (realtà editoriale del blog).

Spero che questo autore possa terrorizzare anche voi.

Fatemi sapere cosa ne pensate.

Tutto sarà riferito a John in persona, quando si degnerà di connettersi alla sua casella mail… maledetto a-tecnologico bastardo.

 

Ferdinando de Martino.

Come pubblicare un libro.

Il mondo è cambiato e con lui è cambiata anche l’editoria tradizionale.

Spesso uno scrittore vive il sogno della pubblicazione come una sorta di meta a cui ambire, quando in realtà la pubblicazione altro non è che il punto di partenza.

Partiamo subito togliendoci un sassolino dalla scarpa: evitate le case editrici che chiedono compensi agli autori.

Ricordate che il lavoro dello scrittore è e rimane lo scrivere, quindi per scrivere si può essere pagati e non bisogna mai pagare per farlo.

Tutti gli scrittori hanno iniziato partecipando al finanziamento delle loro prime opere a meno che questi non fossero dei personaggi televisivi, in grado di assicurare alla casa editrice un certo numero di vendite.

Nessuno vi pubblicherà qualcosa che non ha un potenziale di vendita.

Come fare a pubblicare, allora?

In realtà è molto semplice. Il trucco sta nello scrivere sempre. Mi spiego meglio…

Se scrivete molto, per ogni manoscritto che un editore vi rifiuterà, ne avrete altri tre da proporgli e questo andrà a dimostrare, in primo luogo, che non siete dei semplici autori da un colpo in canna e in secondo luogo, questo procedimento vi farà crescere come scrittori.

Scrivere non basta, però, per farvi pubblicare. Per far si che un editore dica -Questo io lo pubblico.- dovete avere una base di lettori.

Voi direte -E come diavolo me la costruisco una base di lettori, se non mi pubblicano?-.

Nel mondo 2.0 non c’è bisogno di essere pubblicati per crearsi una base di lettori, basta prendere ciò che si scrive e buttarlo in un blog.

Gestire un blog è semplice ed istantaneo, vi permetterà di far conoscere ai lettori le vostre opere e, soprattutto, di pubblicizzare i vostri eventuali romanzi pubblicati con case editrici.

Quando un lettore si vede coccolato con rubriche e storie gratuite, probabilmente, finirà per comprare il vostro scritto, anche per ringraziarvi del lavoro svolto sul vostro blog personale a titolo gratuito.

 

Creare contenuti è molto semplice, basta prendere tutto ciò che gli editori scartano. Prendiamo ad esempio i racconti. Nessun editore pubblica racconti, semplicemente perché questi vendono ancora meno della poesia e la poesia, purtroppo, non vende un cazzo.

Se, però, avete seguito il mio consiglio e avete scritto in continuazione decine e decine di racconti, iniziate con quelli a spammare i vostri social network preferiti creandovi una base di lettori. Dimostratevi attivi su internet, commentate i racconti e gli articoli che vi piacciono e invitate gli altri scrittori a leggere i vostri racconti.

Dopo un anno di lavoro estenuante, basterà cercare il vostro nome su google per vederlo schizzare in cima ai siti di letteratura, quindi un editore, cercando il vostro nome su internet dirà -Diavolo, questo qui è conosciuto.-.

Il secondo passo è quello più importante, cercate di creare degli ebook  e metteteli in vendita su Amazon, Itunes, sul vostro blog in formato PDF e Kobo store. Perché? Semplice, perché così chi ama i vostri lavori potrà comperare qualcosa di non gratuito se lo riterrà valido, in caso contrario continuerà a leggere gratuitamente i vostri articoli su internet e voi continuerete ad accrescere la vostra fama sul web.

Se avete venduto degli E-book, pur pubblicando del materiale gratuito su internet, un editore non riuscirà ad ignorarvi, sempre ammesso che il vostro prodotto sia valido.

A quel punto verrete pubblicati e il vostro nome comincerà a girare ancora di più e qualcuno potrebbe arrivare al vostro blog, dopo aver letto il vostro libro e questo potrebbe portarlo a comprare i vostri E-book su Amazon.

Credetemi, strumenti come Amazon e Kobo store, vi risulteranno utilissimi per farvi conoscere ed essenziali per presentarvi ad un editore.

Personalmente consiglio vivamente di bilanciare le pubblicazioni con case editrici con quelle indipendenti del web, mantenendo una certa coerenza con i propri lettori.

E in ultimo, cercate di ricordare una cosa essenziale: si scrivere per i lettori e non per i letterati.

I letterati, sono quasi sempre degli stronzi.

(Se per caso foste interessati a conoscere il nome di qualche casa editrice seria, scrivetemi pure in privato o nei commenti e sarò felice di rispondervi.)

Ferdinando de Martino.