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Chelsa Manning tenta il suicidio | Assange sotto chiave | America 1 giornalismo 0

Chelsa Manning, ha tentato il suicidio dal centro di detenzione di Alexandria (virginia).

Obama aveva scarcerato Chelsa Manning, facendo ricadere tutte le accuse, relative alla fuga di oltre 700mila documenti segreti riguardanti gli Stati Uniti, diffusi poi dal sito di Assange.

Il motivo del nuovo arresto è dovuto alla volontà della donna di non partecipare ad un’inchiesta federale da lei giudicata incostituzionale ai danni di Julian Assange, attualmente detenuto in Inghilterra, processato per l’estradizione in USA.

Chelsa Manning sostiene che Julian Assange abbia insegnato al mondo a fare giornalismo e che chiunque possa essere processato, ma il processo in questione dev’essere equo. La destinazione del creatore di Wikileaks infatti sarebbe la Virginia, uno stato a maggioranza repubblicana con il più alto tasso di lavoratori nei reparti speciali di CIA e NSA, questo porterebbe un’eventuale giuria non solo a essere di parte nei confronti del giornalista e attivista, ma anche a vanificare il lavoro svolto dall’intera operazione Wikileaks per mostrare al mondo con occhio cristallino l’effettivo svolgimento dei fatti.

Mentre i giornali raccontavano la storia, Assange ha deciso di non raccontare bensì illuminare i fatti senza mettere tra il lettore e il fatto in sé nessuna opinione. Per questa ragione Chelsa Manning ha tentato di togliersi la vita alle 12.11 del 13 marzo.

Ferdinando de Martino

 

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Dissidente romantico, anarchico cyberpunk o giornalista? JULIAN ASSANGE.

Julian Assange, all’anagrafe Julian Paul Assange 1973 Townswille, è una delle personalità più discusse del pianeta. C’è chi ha proposto il suo nome per la nomina a premio nobel per la pace e chi lo considera alla stregua dei terroristi più beceri, ma chi è veramente Assange?

Personalmente credo che Assange, oltre ad essere uno degli Hacker più influenti del mondo, sia il miglior giornalista dalla dipartita di Indro Montanelli. L’impegno da militante e capo redattore di WikiLeaks ha regalato al mondo una ventata di realtà ai limiti del surreale.

Chiunque decida di gettarsi nel mondo della stampa elettronica, dovrebbe avere una foto di questo personaggio come santino, alla sinistra del computer.

Il dissidente romantico, l’anarchico cyberpunk che con il suo operato ha fatto  chiudere i battenti ad una banca islandese, per poi mettere in ginocchio la credibilità dell’esercito statunitense, sputtanando infine uno sceicco somalo, mandante di una serie di omicidi politici, ha senza dubbio dei grossi meriti nel settore giornalistico.

Ma la leggenda di WikiLeaks non ha certo bisogno che un blogger e scrittore da strapazzo ne racconti le gesta; preferirei, infatti, soffermarmi sulla figura di Assange e sul suo modo di operare.

Ricordo a tutti i lettori dell’Infernale che al momento Jiulian Assange, vive relegato a Londra, nell’ambasciata dell’Ecuador, impossibilitato a metter piede sul territorio britannico.

Assange, non è un pirata informatico in cerca di fama e denaro, in quanto Wikileaks non è un sito sovvenzionato da pubblicità o governi e il massimo che ha fatto guadagnare al suo Cofondatore è una serie di arresti e la detenzione in  un’ambasciata.

Julian assange è sì un dissidente, un anarchico e un hacker che a soli sedici anni riuscì a violare la sicurezza dei computer della nasa; ma più di ogni altra cosa  è un giornalista, o se vogliamo… l’unico giornalista del nostro pianeta.

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Sono pronto a prendermi tutte le responsabilità della mia affermazione, in quanto il lavoro del giornalista dovrebbe essere quello di mostrare la realtà al mondo, facendosi cavaliere al servizio della VERITÅ.

Ora voglio porre ai miei lettori alcune domande.

Chi mostrò al mondo le torture recate ai danni dei prigionieri iracheni? Chi mostrò al mondo quel terribile ed epocale -Keep shooting- ai danni di un gruppo di civili, tra cui un padre di famiglia e due bambini iracheni? Assange oppure la stampa?

(il video a cui si fa riferimento si chiama “collateral murder” facilmente reperibile in rete o su WikiLeaks)

Chi ha mostrato al mondo i documenti interni che hanno fatto crollare i truffatori della Kaupthing bank, Assange o la stampa?

Chi ha mostrato al mondo le atrocità di decine e decine di esecuzioni prive di regolari processi da parte del governo del Kenya, Assange o la stampa?

Quando il New York Times pubblicò venti articoli, inerenti ai 91.000 documenti dell’esercito americano sulla guerra in Afganistan, chi pubblicò 76.000 articoli non revisionati sull’intera faccenda? Assange o la stampa?

Chi dobbiamo ringraziare per essere tutti a conoscenza del disastro nucleare di Natanz in Iran, la stampa o Assange?

E ancora i messaggi dei cercapersone dell’undici settembre, resi pubblici nel 2009, ammontati a circa mezzo milione. E ancora, ancora e ancora.

La domanda che voglio porvi adesso è: chi è il vero pirata dell’informazione?

Assange… o la stampa?

Ferdinando de Martino