“Thirteen reason why”: una narrazione avvincente per una delle serie tv più discusse di sempre | di M. Giacovelli

“Thirteen reason why” è una di quelle serie tv senza mezze misure: o si ama, o si odia. Lo spettatore si trova catapultato all’interno delle tragedie adolescenziali della Liberty High School, culminate con il suicidio di Hannah Backer.
Piccola premessa fondamentale: la serie TV è ispirata all’omonimo romanzo di Jay Asher.

Un espediente narrativo che ti lascia col fiato sospeso
Particolarmente interessante è l’espediente narrativo che è stato utilizzato per rivelare le ombre che avvolgono questa triste vicenda. Nei tipici polizieschi americani sono gli investigatori a risolvere il caso. Uomini perfetti, senza macchia e senza paura, pronti a gettarsi nel fuoco pur di sbattere dietro le sbarre il cattivo di turno. In Tredici, invece, sarà Hannah stessa a rivelare le vicende che la hanno spinta a suicidarsi, attraverso un audio-racconto di tredici cassette, destinate ai presunti colpevoli. Si scopre, infatti, che ogni storia è collegata ad un determinato episodio, che ha inciso in maniera negativa sulla psicologia di Hannah, sino a condurla al gesto estremo.

Clay Jensen: un protagonista che non muove le fila della trama
Lo spettatore, però, non si trova ad empatizzare con la vittima, ma con Clay Jensen, compagno di scuola di Hannah profondamente innamorato della ragazza e protagonista del nastro 6A. Lo studente, infatti, si getterà in una folle rincorsa alla ricerca della verità, che lo costringerà a confrontarsi con i demoni della ragazza. L’espediente narrativo è geniale, perché lascia col fiato sospeso il pubblico dalla prima all’ultima puntata: la volontà del creatore della serie, Brian Yorkey, è quella di indurre in errore lo spettatore, facendolo inciampare negli stessi dubbi in cui incappa il giovane Clay. La trama, sotto questo punto di vista, è stata ben strutturata e realizzata con grande cura.

Tredici non è fedele al libro, la scelta ha pagato?
Quello che non ha convinto di questa serie è la scarsa fedeltà rispetto alla storia originale. Nel romanzo di Jay Asher, ad esempio, Clay non è la cassetta numero 11, ma la numero 9. In questo modo, infatti, si perde larga parte dello spannung che si è andato a creare nel romanzo, rendendo il tutto meno macabro di quanto non sia nel libro. Anche le tempistiche cambiano: nella serie tv il protagonista ha diversi giorni per ascoltare i nastri ed interagire con gli altri protagonisti, mentre nella storia originale il contenuto delle cassette viene consumato nel corso di una notte, rendendo quella folle corsa ancor più disperata.

Nonostante queste incongruenze, però, il personaggio di Clay risulta decisamente rinforzato dalla serie TV. Nel libro, si evince quanto il ragazzo sia poco dotato di spina dorsale, sia per non essersi mai dichiarato ad Hannah, sia per non aver agito attivamente durante il corso della vicenda. Durante la serie tv, invece, lo studente prende diverse volte la situazione in mano, deciso ad arrivare alla verità.

Sta dunque allo spettatore esprimere il proprio giudizio su questa serie: tra fans e detrattori, la guerra è ancora aperta.
Ah, piccola nota per i posteri: la seconda e la terza stagione, in realtà, NON esistono, non sono mai esistite e non esisteranno mai. 

 

Margherita Giacovelli

7 Commenti

  1. Fra

    Come sempre le tue recensioni sono molto belle
    L narrazione e davvero avvincente

  2. Cristina Petrini

    Non ho guardato la serie seppur so molto bene di cosa parla. Non rientra, lo ammetto, nei miei gusti. Ma ne ho sentito parlare solo bene.

    1. Valentina

      Non conoscevo l’esistenza di questa serie e non l’ho mai vista. Pur amando il genere poliziesco non mi ispira.

  3. sara

    una serie di cui non conoscevo l’esistenza, forse perché non tratta un argomento sicuramente facile e che generalmente non rientra nei mie gusti

  4. Sara

    Io ho guardato tutte le stagioni e devo dire che la prima è quella che più ho apprezzato anche per come ha trattato l’intero tema. Sono d’accordissimo con te in riferimento al libro che ho trovato molto più profondo ma soprattutto bello nell’argomento delicato. Purtroppo è sempre difficile ritrovare serie tv che rispecchiano in totale il loro libro.

  5. Amalia

    Ho sentito parlare bene di questa serie ms ancora non l’ho vista, appena termina quella che sto vedendo magari comincio questa.

  6. M.Claudia

    Non conoscevo questa serie tv, grazie per avermela fatta scoprire, la recupererò in questi giorni.

I Commenti sono chiusi.