Chasing life, la serie dal grande impatto emotivo. Perché è stata cancellata? | di M. Giacovelli

Quante volte sarà capitato di trovarsi a scrivere milioni di pagine e non farle vedere mai la luce, segregandole in un cassetto. Troppe, soprattutto se il vostro sogno fosse quello di diventare giornalisti. 

Era proprio il sogno di April, una ragazza intelligente e perspicace alla ricerca del suo posto nel mondo del lavoro. Le sue ambizioni giornalistiche, però, erano riuscite a non allontanarla troppo dall’amore della sua famiglia, che la sostiene ed incita. Mamma Sara, Brenna, sua sorella, e la nonna, l’aiutano a far andare tutto per il meglio, finchè, un giorno, tutta la serenità che con sudore era riuscita a costruirsi attorno a sé va in fumo. 

April scopre, da suo zio medico, di avere il cancro. Il nuovo obiettivo, quindi, diventa quello di riuscire a vivere, sopravvivere e realizzare il suo grande sogno. 

Una serie drammatica, a primo impatto, resa godibile dalla bravura del cast, composto da alcuni nomi importanti delle serie tv, come Italia Ricci, l’attrice canadese che aveva già prestato il suo volto in Supergirl, ed Haley Ramm, che interpreta Brenna, la sorella della protagonista. 

In sole due stagioni, i più attenti avranno scovato, sicuramente la profondità della morale di questa serie, ideata da Susanna Fogel e Joni Lefkowits. Lo spirito e la forza di volontà sono in grado di aiutare a trovare il lato positivo anche nei momenti più peggiori della propria vita e che, proprio in quel momento bisogna lanciarsi senza paura per realizzare i propri desideri. Professionali, sociali, relazionali. 

Chasing Life chiude dopo due stagioni: lo meritava davvero?

Probabilmente sarà stata proprio il messaggio così sottile e velato a far calare bruscamente gli ascolti durante la seconda stagione, portando la ABC a decidere di cancellare questa serie tv basata sulla versione messicana, intitolata Terminales. Oppure, sarà dovuto al timore di doversi confrontare con la dura verità che insegna a vivere la vita minuto per minuto, perchè non si sa mai come possa essere il domani. Forse, il pubblico del 2014, l’anno in cui Chasing Life è approdata sul piccolo schermo, e, soprattutto quello attuale, preferisce dedicare i pochi minuti di svago a visioni più leggere e meno moralistiche. Però, nei 34 episodi prodotti, le emozioni non sono poche, e nei quarantadue minuti di visione, ci si potrà ricredere su tanti dubbi che affliggono chi crede che un malato di tumore debba trascorrere i propri giorni nel timore, precludendosi qualunque forma di divertimento e pregando, unicamente, di poter vivere un nuovo domani. 

Margherita Giacovelli