Come nasce uno scrittore? | Scrittori si diventa | di Salvo Barbaro

salvo

30 ottobre 2015

E’ un giorno strano per me questo, molto strano. Sono le sei di una fredda mattina d’autunno e come sempre mi alzo per andare a lavorare; accanto a me, dormiente, Giulia con in braccio la piccola Elena. In mezzo a noi, raggiante ma russante, Vieri, l’ometto di casa. È una mattina molto particolare questa perché a lavoro oggi saprò se il contratto come operaio metalmeccanico mi verrà rinnovato oppure no. Sono agitato, nervoso, incazzato: bevo un caffè zuccherato, mangio a stento un paio di biscotti, saluto tutti con un bacio volante e vado a lavoro.
Lavoro di merda, venuto per caso, lavoro che serve per mantenere me e la mia famiglia, lavoro che ti offre questa società di schifo, gretta, raccomandata, stronza. Colpa mia, colpa di passioni e studi non coltivati al momento giusto, colpa della ricerca spasmodica del cosiddetto “posto fisso”, nevroticamente ambito da ciechi genitori.
“Cazzo” penso, “ma chi me lo fa fare di andare oggi a lavoro. Tanto lo so che mi cacceranno via!”. Inchiodo l’auto, spengo lo stereo, mi fermo sul lato destro dei trafficati viali fiorentini e mi accascio con la testa sullo sterzo; poi alzo lo sguardo, impreco “ragionevolmente” e mi decido: “Vado e se mi cacciano via gliene dico di cotte e di crude, parola d’onore!”.
Arrivo in fabbrica, mi vesto dei panni da lavoro, altro caffè per calmarmi e s’inizia. Ore 9:30, mi chiamano su negli uffici: salgo le scale a fatica, con affanno, il cuore mi batte a mille; poi vedo lui, il RESPONSABILE, che appena mi vede mi sorride. “Ecco”, penso, “guarda che faccia di cazzo ha! Che sorridi lurida merda!”. Mi siedo, sudo, tremo.
-Allora Salvatore, leggi qui- mi fa e mi porge delicatamente un foglio con delle valutazioni sul mio operato mensile. In basso a destra, in rosso, evidenziata la scritta NON IDONEO. “Bene”, faccio io col sudore che mi riga il volto, lingua felpata e gola secca.
-E quindi? domando.
-Salvatore, quindi mi dispiace ma il nostro rapporto s’interrompe qui- fa lui con l’aria d’un uomo navigato.
Sospirone lungo dieci secondi, mi gonfio in petto, penso, come promesso, gli sputo tutto in faccia, gliene dico mille, duemila, tremila, gli stampo un cazzotto in volto, un calcio nelle palle, una testata in bocca. Niente di tutto ciò: gli stringo la mano, sorrido e gli chiedo: “Almeno posso andare via ora?”. Il RESPONSABILE si gira, mi fulmina con lo sguardo: “Salvatore, non mi sembra il caso, poi l’agenzia che direbbe? In futuro potrebbe non trovarti più niente!”. Sorride a trentadue denti gialli.
-Ok, ha ragione mi scusi!
-Anzi, se vuoi puoi andare via alle 12:30, così fai mezza giornata!
Annuisco, tolgo il disturbo, mi guardo intorno e penso semplicemente: vaffanculo!
Sono le 12:30 quando saluto tutti, prendo la mia roba dall’armadietto e vado via lasciandomi alle spalle sei mesi d’impegno, sudore, emicranie, risate, incazzature, ore di lavoro passate lì mentre Elena, mia figlia, nasceva e Giulia si trovava da sola in ospedale. Entro in auto, stereo ad alto volume che vibra Vasco con “Guarda dove vai”, canto a squarciagola, chiamo il mio amore che rassegnata mi consola dicendo che andrà tutto bene, qualcosa troveremo.
Arrivo a casa, guardo loro, i tre gioielli, sorridenti, stanchi, sudati; li bacio, li stringo forte a me. Vado in bagno, mi sciacquo il viso, prendo una Tennent’s dal frigo, la sorseggio, vado in salotto. Alzo lo sguardo rivolto alla libreria e vedo “Messico napoletano” di Beppe Lanzetta, lo sfoglio, lo rileggo per l’ennesima volta e penso “Perché non provo anch’io a scrivere?”.
Mi siedo al computer, lo fisso, lui mi fissa, lo accendo, lui continua a fissarmi come in un western di Sergio Leone. Poi penso “Ma che cazzo scrivo? Non ho frequentato la scuola adatta, sono solo un accanito lettore e un intrepido sognatore, non conosco la sintassi, le parole!”.
Lui continua a fissarmi, mi fa paura adesso; lo spengo impaurito e ritorno dalla mia famiglia.

Salvo.

1 Commento

  1. roberta

    Non bisogna smettere mai di credere in se stessi, anche quando gli altri si aspettano che tu molli…tu non mollare!grazie salvo

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