BERGAMO | Siamo allo stremo | STATE A CASA

Da Bergamo le notizie sono sconcertanti e l’appello di Stefano Fagiuoli, Direttore del dipartimento ospedaliero Giovanni Paolo xxiii, commuove il mondo. Il Direttore spiega di non avere più uomini a disposizione per combattere un virus che uccide sessanta persone al giorno nei picchi di massima.

La foto che è diventata l’emblema della situazione della città del Nord Italia è quella dei mezzi pesanti del corpo militare utilizzati per trasportare 65 corpi che non potranno trovare riposo nel cimitero cittadino, ormai colmo.

Tra le varie follie per eludere il decreto di legge che impone le restrizioni per evitare il contagio continuano ad apparire nuove applicazione per le auto-certificazione, assolutamente non valide, perché gli organi statali esigono per legge il documento cartaceo.

In più l’ossessione per lo sport all’aria aperta sembra dilagare nel paese e dei panini e delle chiappe al vento in estate e le persone hanno iniziato a pubblicare  foto e stories di se stessi intenti a correre. È proprio Stefano Fagiuoli a chiedere alla popolazione di restare a casa. Un mantra di una semplicità sconcertante STATE A CASA. Purtroppo non riusciamo a capire la situazione e un giorno ci ritroveremo a dover dare spiegazioni ai nostri figli dicendo che quando  i martiri della sanità pubblica ci chiedevano di stare a casa, noi volevamo farci i selfie a petto nudo con hashtag come #iocorro o #iofacciosport.

Ferdinando de Martino

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