PAROLE DELLA NOTTE.

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Avete mai vissuto una di quelle notti?

Quelle in cui la solitudine è più una ricerca che una sconfitta. Ti ritrovi davanti al televisore, intento a guardare la vita di qualcun altro solamente per non venire troppo a contatto con la tua.

Come si combatte la notte? Con una spada? Con un bicchiere?

Chiedetelo a chi è abituato a perdersi. A chi giornalmente smette l’armatura per vestire i panni dell’arrivato, convinto che una posizione agiata rappresenti realmente qualcosa a cui ambire.

Cosa siamo veramente in noi? Dove andiamo quando la nostra testa si allontana dal corpo, inventando un mondo migliore in cui trasferire le nostre paranoie? Come fanno gli sconfitti a combattere sempre… nonostante tutto?

Butti le parole sulla carta come carbone nella caldaia di un vecchio locomotore, come se avere un’erezione letteraria servisse ancora ad eiaculare una qualche frase intelligente.

Cosa succede quando le domande diventano più interessanti della ricerca filosofica?

La poesia è mettere il burqa ai concetti.

 

 

 

Ferdinando de Martino.