David Foster Wallace, una burla continua. LO SCRITTORE E IL GENIO

Personalmente credo che ogni scrittore, anche se mediocre, dovrebbe essere un eccellente lettore.

Come si può anche solo pensare di poter scrivere qualcosa, senza mai aver letto i Demoni? La lettura è la base dello scrivere… sia del pessimo scrivere che del buon scrivere.

Quando ci si trova davanti ad un buon libro si stabilisce un contatto, quasi elettrico, con l’autore e quel contatto certe volte finisce per colpirti allo stomaco come un calcio ben piazzato. Questo è il caso di Infinite Jest.

Al momento, tra i mille impegni che mi tengono perennemente occupato, davanti ai milioni di fogli, elettronici e non, una delle mie letture è il gigantesco tomo appena citato, appunto: INFINITE JEST.

Leggendo le pagine di questo capolavoro di genialità e follia, mi sono trovato davanti ad uno di quei collegamenti che solo il tempo poteva rendere così inquietante: il suicidio di un personaggio, all’età di quarantasei anni, età in cui anche David Foster Wallace decise di porre fine alla sua esistenza.

Questo collegamento mi ha dato molto da pensare, infatti, all’interno della storia sono innumerevoli i richiami al suicidio e alla depressione; quasi come se l’intera opera racchiudesse delle richieste d’aiuto criptate, all’intero romanzo.

Autori come Wallace, riescono ad entrare nella testa di una persona, sfruttando pensieri ed emozioni relativi ad un vissuto totalmente diverso dal loro, passando dai dialoghi alla terza persona, fregandosene dei tempi verbali e delle regole grammaticali, disseminando neologismi come se non ci fosse un domani.

Come mai? Come ci riescono?

Semplice: loro possono e noi no.

Con questo non intendo sminuire nessuno, in quanto il mio concetto è estremamente semplice.

Prendiamo ad esempio la musica rock…

Esistono milioni di chitarristi tecnicamente più bravi di Hendrix, se non siete degli esperti musicisti vi basterà parlare con qualche buon chitarrista di questo argomento e lui vi confuterà quanto appena scritto.

Come mai Hendrix era Hendrix, allora?

Lo era perchè bruciava le chitarre, lo era perchè poteva permettersi di suonare con dosi di LSD nel sangue tali da riuscire a mettere KO perfino Tyson, lo era perchè qualsiasi altro chitarrista con paio di cannette in corpo cominciava a fare errori dozzinali, mentre il vecchio Jimi scriveva la storia del Rock, imbottito di tranquillanti.

Questo è il motivo per cui Wallace poteva permettersi tutte quelle cose che ad un qualsiasi altro scrittore non sarebbero mai e poi mai perdonate.

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Odio Wallace e odio tutti gli autori come lui, perchè riescono a farmi sentire minuscolo come un granello di polvere in un oceano di scogli; odio Foster Wallace perchè nessuno può rimanere freddo davanti al suo Infinite Jest.

Odio Wallace perchè chiamandosi fuori dai giochi ha strappato al mondo uno dei suoi più brillanti talenti.

Odio Wallace, perchè Infinte Jest l’avrei voluto scrivere io.

Ferdinando de Martino.