Di Canio e Voltaire | 1 a 0 per l’intolleranza | di Ferdinando de Martino |

Premessa: mi sembra estremamente stupido parlare di politica rapportata allo sport, un po’ come se dovessi parlare di mafia cinese rapportata alle patatine, ma la stupidità riesce ad entrare in ogni argomento.

Paolo Di Canio, calciatore, allenatore e presentatore tv,  è stato licenziato in tronco dall’emittente Sky Sport. Le motivazioni di questo licenziamento sono a dir poco incredibili e ci tengo particolarmente a dire che chi scrive questo articolo ha avuto un passato da amante della sinistra, per poi disinteressarsi totalmente dalla politica, diventando in tutto e per tutto un autarchico.  Quindi posso asserire in tutta onestà di essere completamente guarito dalla mia “sinistrite”, ma al contempo di non aver mai votato un partito tendente a destra, in quanto la mia x più destrorsa è stata quella data ai radicali. Non sono di sinistra e odio molto della sinistra, ma sicuramente non sarò mai di destra e questo lo voglio precisare, per potermi esprimere liberamente in questo articolo.

Di Canio è un uomo di destra, quindi uno sportivo di destra, un padre di destra e un bevitore di caffè di destra, un guidatore di destra e uno che fa la pipì di destra. Ora, fermiamoci a ragionare in che cosa differisce la guida di un uomo di destra da quella di un uomo di sinistra.

Davanti ad un semaforo rosso, non si fermeranno tutti e due?

Ci sono mondi in cui la politica non va ad intaccare il normale svolgimento dei meccanismi atti alla riuscita di un prodotto. In una trasmissione sportiva, ad esempio, credo che il pubblico si aspetti un presentatore con la capacità di esporre le dinamiche sportive con cognizione di causa.

Ma veniamo al punto. Di Canio è stato licenziato per un tatuaggio giudicato destrorso, raffigurante la scritta “DUX”.

Le brillanti menti democratiche del pubblico televisivo hanno iniziato ad inondare la casella mail di Sky con frasi tipo “Mettetegli una camicia”, “È immorale”, “licenziatelo”.

È sempre molto interessante vedere come chi denuncia l’intolleranza della destra radicale in base all’abbigliamento o all’estetica di un individuo, riesca a battersi per far licenziare un individuo in base alla sua estetica e al suo abbigliamento, con il ghigno e l’arroganza dei primi della classe (cit. Guccini.).

Io accantonerei immediatamente la connotazione politica, perchè l’apologia del fascismo non la fa e non la farà mai un tatuaggio. Se qualcuno iniziasse a fare discorsi fascisti o razzisti in televisione, quella sarebbe apologia del fascismo, ma punire qualcuno perchè potrebbe fare apologia del fascismo in base ad un tatuaggio, sarebbe come arrestare me, perchè avendo le mani potrei un giorno imbracciare una pistola ed unirmi all’Isis.

In secondo luogo, accorgersi adesso che Di Canio è di destra, vuol dire non essere stati molto attenti ai decenni di saluti romani fatti in curva. Basta cercare il nome dello sportivo in questione su google immagini per ritrovarsi decine e decine di foto inneggianti al duce.

Tuttavia se la condotta di una persona è esemplare in uno show, il licenziamento è dovuto ad un mero senso estetico, traducibile in: non ci piacciono suoi tatuaggi.

Ecco, nel duemilasedici queste frasi non dovrebbero esistere, soprattutto se a pronunciarle sono quelli che si definiscono democratici.

Se Maradona avesse una trasmissione televisiva, il pubblico si sarebbe accanito contro di lui per il tatuaggio raffigurante Che Guevara? E soprattutto, Di Canio avrebbe protestato, secondo voi, vedendo Maradona in televisione?

Si può realmente licenziare una persona per i suoi tatuaggi? Perchè se un datore di lavoro licenziasse me per i miei tatuaggi, credetemi… lo darei in pasto alla CIGL fino a farlo spolpare.

Amen, a quanto pare un tatuaggio è ancora discriminante nel duemilasedici. I ben pensanti vincono sempre, ma voglio lasciarvi con una frase di un certo Voltaire:

“Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perchè tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente.”

Credo che questa frase rappresenti in maniera eloquente quanto questa faccenda si ridicola.

Un saluto alla redazione di Sky Sport, con l’augurio di poter trovare qualche faccia pulita da schiaffare davanti alla telecamera, visto che noi tatuati torneremo ad essere impresentabili.

Ferdinando de Martino.