Come nascono i negazionisti del Covid 19? | di Ferdinando de Martino

Partiamo dal principio. Sotto gli occhi di tutti noi, durante la quarantena, sempre più persone si sono appassionate ai Social Network perché per forza di cose per relazionarsi con il mondo esterno ognuno necessitava di un qualcosa di semplice e intuitivo per comunicare.

Lo sfacelo dei social nasce sostanzialmente dalla prima volta in cui un cinquantenne si è iscritto a Facebook. Mi spiego meglio. Un cinquantenne su Facebook crede di essere a suo agio, ma spesso è guardato da tutti come se fosse un nazista all’interno di un Bar Mitzvah. Ora, vi invito a prendere le mie parole con le pinze: non intendo che i cinquantenni non dovrebbero andare su Facebook, quindi andiamo ad approfondire.

Cos’è Facebook. Facebook è una società nata durante il periodo di vita di My Space. Cos’era My Space? Semplice, Facebook per persone che avevano qualcosa da dire. Se eri un musicista, un pittore, un atleta, un regista, una modella e via dicendo, ti aprivi il tuo Facebook e iniziavi a contattare persone del tuo ramo per parlare e creare una rete di collaborazione.

Cosa mancava a My Space? Il sesso. Zuckerberg non ha fatto altro che creare un My Space che accanto alla foto del profilo in questione, esplicava la situazione sentimentale e l’orientamento sessuale degli studenti e delle studentesse delle università più elitarie degli USA. In pratica Facebook era un modo che utilizzavano i super ricchi americani delle Ivy League per scopare.

Quindi al posto di musicisti e via dicendo chiunque facesse parte di quelle università si iscrisse, mettendosi in gioco per rimediare alle notti passate in solitaria nei dormitori.

Le studentesse, ad esempio, postavano una loro foto in caffetteria con un sorriso malizioso, per far sapere agli altri studenti che frequentavano quella specifica caffetteria in quel particolare orario.

Facebook si espande a tutto il mondo e arrivano i cinquantenni che nel vedere una studentessa prendere il caffè su Fb, iniziano a pensare “Ehi quale migliore idea di dire al mondo che anche io prendo il caffè la mattina?. BOOM.

Notando questa cosa i giovani hanno iniziato a trollare i più saggi, sfruttando un ragionamento molto semplice. Un cinquantenne è abituato a leggere una notizia prendendola per vera. È un semplice retaggio culturale. Se tu per decenni leggi giornali e guardi TG, che al loro interno hanno una struttura di ricerca delle fonti e via dicendo, dai per scontato che se viene scritto che una persona è stata uccisa quella sia la verità.

Insomma i cinquantenni non conoscevano i Troll. Chi sono questi ultimi: persone che si divertono e talvolta lo fanno anche per lavoro, scrivono inesattezze sui social consapevoli che verranno prese per vere da chiunque non conosca il trolling. Questo genera automaticamente una sola reazione, il popolo della rete spiega magnanimamente che esiste l’analfabetismo funzionale, ma i cinquantenni impazziscono perché figli della loro età non accettano che dei ragazzini possano essere in grado di prenderli in giro.

Diciamo che se la sono andata un po’ a cercare, perché Facebook stava iniziando a far scopare i nerd e poi sono arrivati questi a postare gattini frasi motivazionali di Osho (che per inciso era un cazzo di psicopatico), rovinando il gioco a tutti.

Ora veniamo al Covid e a tutte le persone che sono morte. Cerchiamo di staccarci dall’empatia e proviamo a ragionare. Un Troll scrive che il Covid non esiste e che lo stato vuole annichilire la nostra economia perché Soros vuole farci diventare tutti neri.

Eccola, quella per un cinquantenne è una rivincita, perché finalmente ha tra le mani dei dati (o perlomeno quelli che secondo lui sono dei dati) e decide di dire “Chi era l’analfabeta funzionale? Adesso non vi sentite stupidi a fare i mascherati. Il “Coviddi” non esiste.”

Piccola parentesi. Ho mentito… non riesco sempre ad essere Zen e ogni volta che leggo “Coviddi” vorrei andare a casa della mente brillante che si cela dietro il post in questione e picchiarlo. Mi farei anche cinque anni di carcere con stupri annessi per una soddisfazione del genere.

Da una parte abbiamo i giovani che non possono più scopare mostrandosi fighi con alcol e canne in mano, perché anche zia Concetta è su Facebook e mentre spiega al mondo che Bill Gates, l’uomo più intelligente del mondo, a lei non la frega, spiffera alla sorella che il nipote fa il figo.

Così i giovani migrano su Instagram, ma lo fanno anche i cinquantenni. Tick Tock e poi i cinquantenni. Vorrei vedere se un ventiquattrenne vi rubasse la pensione se sareste felici come quando la mattina postate dei fortuitissimi micini coccolosi con cuori azzurri.

È ovvio che il Covid esista e avere sempre dietro la mascherina è buonsenso. Basta chiedere ad una qualsiasi infermiera -Cos’hai fatto durante la quarantena?- e avrete la vostra risposta.

Il fatto è che nelle discussioni mediatiche nessuno ha voglia di cambiare idea; non è il pragmatismo il punto, ma il sembrare più intelligenti anche se si è stati trollati. Io stesso ho fatto il troll un sacco di volte. Mettevo la faccia di uno dei più noti serial killer della storia, spacciandolo per un barbone italiano che aveva perso il lavoro per via di un immigrato. E che ci crediate o no… la gente un po’ come fece con Gesù e Barabba… preferì Charles Manson all’immigrato.

Con questo non voglio solo sparare merda sul mio paese, ma vorrei lanciare una soluzione: limite di età per i social. Ai cinquant’anni devi leggere il giornale, perché spesso non hai la capacità di capire che John Lennon non è uno scafista e che Bill Cosby non è un testimonial Nespresso.

E poi diciamocelo… con tutta la gente che è morta, è davvero così importante giocare a chi ha ragione? Non sarebbe meglio rispettare le regole, cercando di non peggiorare la situazione per quei commercianti che stanno chiudendo e via dicendo?

Qualcuno si domanderà se sia possibile che tutte quelle persone che scendono in piazza contro il Covid siano stupide.

Vi ricordo che ogni anno a Predappio un gruppo di stupidi va a negare la morte di cinque milioni e mezzo di persone.

 

Da qui è tutto passo e chiudo… e come direbbe Frodo: attenti ai Troll.

 

 

Ferdinando de Martino