Come nasce uno scrittore? | AMICIZIA | di Salvo Barbaro

3 ottobre 2009

Piove come al solito, sono anni, decenni, secoli che ad Avellino la pioggia è quasi un’istituzione, un cittadino onorario, il Sindaco. È chiamata volgarmente dai vecchi “Pisciaturo d’Italia”, pisciatoio d’Italia, parola mai così azzeccata come quasi tutti i detti antichi.
Mi alzo presto, siamo in piena vendemmia e si lavora sabati e domeniche ininterrottamente, almeno per tutto il mese di ottobre. Mi piace questo lavoro, mi piace l’ambiente, il posto, tutto. Settimana scorsa ho firmato anche la proroga di sei mesi; ho provato un’emozione unica, intensa, piacevole, straordinaria.
Sono contento, mi succede rare volte di provare questo sentimento, ma è un periodo positivo per me. Mi sveglio con il sorriso e con una quasi-calma che mi sorprende e mi spiazza al tempo stesso.
Mi faccio una doccia veloce, sono quasi le sei e devo timbrare il cartellino alle sei e trenta. Mangio una brioche rapidamente, saluto mio padre con altrettanta destrezza e mia madre che stranamente non è andata a lavoro perché ha chiesto un giorno di ferie. Sono contento per lei, invidioso come non mai, ma felice.
Salgo in macchina, prendo il cellulare ed invio un sms alla mia fidanzata V., per un attimo mi soffermo a pensare, vedo cadere la pioggia incessante sul vetro: adoro questo rumore, adoro il profumo di bagnato, adoro l’aria fredda che taglia la pelle. Poi penso a V., penso che sono anni, quasi sette che sto con lei. È un periodo molto particolare, il nostro rapporto comincia a starmi stretto, inizio a non respirare più, sono abbastanza stanco e annoiato. Mi dispiace per lei ma non ho le palle per troncare il famoso “fidanzamento” che mi condurrà negli anni all’altare, a vivere e far vivere una vita di litigi, nervosismi, depressioni. Farò dei figli, non instaurerò con loro un dialogo, sarò bacchettone con loro, mi odieranno, non mi rivolgeranno mai più la parola, non mi faranno vedere i miei nipoti, morirò da solo e senza nessuno che mi dia una parola di conforto. Apro il finestrino per far uscire questi pensieri e respirare un po’. Poso il cellulare e mi avvio a lavoro.
Passo il badge, attraverso il largo piazzale dell’azienda e incrocio R., mio collega, nonché amico, persona deliziosa, leale, schietta, il classico padre di famiglia buono e cortese. Lui lavora in laboratorio, gestisce gli ordini, insieme al suo “capo”, che poi passerà agli addetti alla cantina e all’ imbottigliamento. Gli voglio un bene dell’anima. In qualche modo s’è creato tra noi un rapporto di complicità fatto di risate, sfottò e giudizi spesso dettati dalla rabbia e dallo sconforto. Mi viene di frequente a trovare nel depuratore dove presto servizio, una specie di scantinato con tre grandissime stanze, dove ci sono quattro immense vasche per la depurazione delle acque reflue. È un luogo tetro, ma a me piace tantissimo. Lavoro da solo, mi autogestisco completamente, riempiendo i vuoti con grandissime e infinite letture. Quando R. scende, chiacchieriamo, ridiamo, giochiamo e c’incazziamo. Mi piace il suo modo di spiegare le cose, le sue risate ad ogni mia imitazione dei “capi”. Lo osservo e penso che R. è sprecato qui dentro, sembra un pesce fuor d’acqua, una macchia bianca in mezzo ad un velo nero.
–Lo sai che voglio fare da grande R.?
–Che vuoi fare da grande, sentiamo un po’!
–Vorrei provare a scrivere qualcosa, non so una storia, un libro, un articolo!
–E’ difficile!
–Lo so questo!
–Salvatò, tu continua a leggere e poi si vedrà! Ora sei in questa gabbia di matti!
–Giusto, continuerò a leggere senza sosta! Ciao R., ci vediamo domani!

Salvo Barbaro.

7 Commenti

  1. Marinella

    Interessante!

  2. Rita Angelelli

    Ormai è diventato un appuntamento fisso venire a leggere gli “episodi di vita” di Salvo. Sono spaccati reali, così vivi che ti ci senti dentro.

  3. Roberto

    Scrittore con la S maiuscola…cresce giorno dopo giorno…continua così…diventerai il Fabio Volo della ferrovia.

  4. roberta

    Il consiglio di un amico che è valsa la pena seguire!bravo 🙂

  5. Valentina

    affascinante il tuo modo di scrivere – concordo con il commento di Rita che dice : spaccati cosi vividi che ti ritrovi dentro E aggiungo -non voglio che le breve storie finiscono,vorrei leggere un intero romanzo ,ecco – non puoi lasciarci cosi con l’amo e poi-nulla. .. 🙂

  6. linfernale

    Non immaginate quanto piacere mi facciano i commenti sotto i post di Salvo.
    Credo che sia molto importante per lui interagire coi vostri feedback, visto che chi scrive ha necessariamente bisogno di occhi che siano disposti a leggerlo.

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