Come nasce uno scrittore? | “GIOVANE” ESPERIENZA | di Salvo Barbaro

29 ottobre 2013

L’esperienza al ristorante del mio caro “zietto” finalmente è giunta al termine. Emicranie infinite, disavventura al pronto soccorso per una gastrite insopportabile, malcontenti personali, stipendi e “favori” non retribuiti, finalmente possono essere un lontano ricordo. Forse, anzi, ne dubito.
Oggi è il mio primo giorno di lavoro come magazziniere in un importante negozio d’abbigliamento di Firenze. Io sinceramente prima di allora non ero a conoscenza nemmeno dell’esistenza di quel posto, ma Giulia, fiorentina doc, ne descriveva la grandezza internazionale e la furbizia imprenditoriale del proprietario.
-Amore, sinceramente io passando in centro ho visto sempre la vetrina! Mah, a me sembrano tutti grulli lì dentro, io non c’ho mai messo piede. Comunque è un negozio conosciutissimo!- mi fa divertire Giulia, ogni parola che esce dalla sua bocca è un inno all’allegria.
La sveglia suona presto come al solito. Alle sei sono in piedi, mentre l’orario di entrata è alle otto. Sono in ansia, perché voglio fare bene, voglio che questo lavoro finalmente vada come Dio comanda, voglio questo fottutissimo contratto a tempo indeterminato. L’agenzia interinale, l’Adecco, mi ha garantito la serietà dei dirigenti, dei lavoratori e dei miei futuri superiori. Sono convinto di potercela fare.
Colazione veloce, sbadigli dovuti alla tensione e non al sonno, chiacchierata di “sfogo” con il piccolo Vieri, che, ingenuo e piccino, pensa alle corse in giardino con i suoi amichetti dell’asilo e al pranzo dove chiederà tre volte il bis. Lo bacio, saluto Giulia che è già pronta perché accompagna il piccolo.
-In bocca al lupo amore!
-Crepi, a stasera.- le rispondo baciandola. Esco dalla porta e prendo la mia Bianchi nera, super accessoriata, ben lucidata, regalo di compleanno della mia amata. Monto in sella e vado verso “l’ignoto”.
Il posto non dista tanto da casa, quasi un chilometro, pista ciclabile facile e brezza fredda mattutina che ti sveglia come non mai. Cosa di preciso andrò a fare non so, ma più o meno L., mio “superiore”, nonché amico dell’altro mio zio, per sommi capi mi ha spiegato la situazione. Apro una parentesi: sono un raccomandato! Sì! Se mio zio non fosse amico di questo ragazzo, l’Adecco, agenzia “seria” e dinamica, col cazzo che mi avrebbe chiamato. Chiudo la parentesi.
-Magazziniere, ma soprattutto ricercatore d’ordini via internet. Cioè, ti spiego meglio, Tizio dall’America ordina un paio di scarpe, l’ordine, dopo tanti percorsi, arriva a noi. Lo scarichi dal computer e prendi materialmente la scatola di scarpe, la porti ad una delle ragazze e lei fa il pacchetto e noi la spediamo! Semplice!- queste le parole di L.
Pedalo e penso. Immagino il mio contratto a tempo indeterminato, immagino Giulia incinta, una vacanza al mare noi quattro soli e spensierati, immagino nessun problema lavorativo, immagino poter aprire un mutuo e comprare una casa. Il clacson d’un auto mi sveglia. Il cuore inizia a battere velocemente più mi avvicino a destinazione. Che ambiente sarà? Chi troverò? Con chi mi relazionerò? Sarò all’altezza di questo lavoro? Sarò una delusione per Giulia e per me stesso? La voglia di frenare e ritornare a casa è tanta, ma comunque continuo per la mia strada.
Finalmente sono arrivato, lego bene la bici e mi avvio al magazzino. Fuori una decina di giovani ragazzi che aspettano come me di entrare a lavoro. Sorridono, parlano tra di loro, ecco mi hanno visto e ridono di me, penso. Respiro, digrigno i denti e m’incammino verso di loro lentamente.

Salvo Barbaro.

2 Commenti

  1. roberta

    Un altro pezzo di te a riempire le pagine del libro della vita…continua a rendercene partecipi!

  2. Oriana

    Compimenti, questo pezzo mi è piaciuto. Adesso cerco di recuperare i pezzi precedenti per poter leggere il seguito!

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