Come nasce uno scrittore ?| Futuro assicurato | di Salvo Barbaro

 

4 settembre 2003

Eccomi qua nel giorno del mio primo colloquio di lavoro “ufficiale” per un’agenzia assicurativa, famosa e molto ambita dal sottoscritto e non solo, anche se non ho mai capito un cazzo dell’argomento.
Trovare un posto di lavoro, adesso unico obiettivo nella mia vita, incalzato e spronato dalla mia fidanzata V., fidanzati-sud-troppoinfretta-conprospettivefuture-abitobianco-altare.
-Salvo devi trovarti un lavoro che ci renda capaci di affrontare il futuro.
-Certo, hai ragione, ma più di inviare i curriculum non so che fare!
-Lo so, ma mi sembra che tanta voglia di lavorare tu non ne abbia e il lavoro che fai ora non è tanto soddisfacente!- dialogo giornaliero subìto da un ragazzo normale del sud fidanzatosi troppo presto.
Fino a quel momento il mio impiego è stato lavorare per il fratello di mio padre, pare essere mio zio, in un’agenzia che si occupa di pubblicità, volantinaggio e cose del genere. Orario di lavoro flessibilissimo, cinquanta euro a settimana. Il posto di lavoro l’ho ereditato da mio fratello Maurizio e devo anche esser contento e ringraziare tutti perché almeno il mio parentado mi “aiuta” e mi sostiene.
In casa entravano persone che ti promettevano la luna in cambio di un misero segno sulla scheda elettorale, con quel sorrisino e con quelle parole che ti facevano venire la voglia di prendere un fucile e annientarli in un sol colpo. Parole, parole, chiacchiere, chiacchiere e mai fatti. -Tranquillo Salvo, il momento buono arriverà anche per te! Non mollare, credi in te stesso! CREDI IN TE STESSO, frase tipica di una persona che non sa che dire, crede di aiutarti ma ti sta lasciando solo, nel vuoto più assoluto. Meglio dire sinceramente -Fai come ti pare, la vita è tua. Poi, che me ne importa di te?
È pomeriggio e sono emozionato perché non ho mai fatto un colloquio di lavoro vero e proprio. Mi vesto con jeans e camicia, devo presentarmi sul posto alle quattro ma come al mio solito alle due e trenta sono prontissimo. Penso a cosa mi chiederanno e che farò. Sull’annuncio c’era scritto cercasi impiegato, allettante, ho risposto e mi hanno subito chiamato.
Sospirone di sollievo, tensione alle stelle per i “consiglioni” dei miei, scendo per le scale veloce e mi avvio alla fermata dell’autobus. Ho deciso, vado col mezzo pubblico così non ho problemi di parcheggio.
In autobus guardo fuori dal finestrino e immagino un po’ come sarà la mia vita se mi dovessero prendere in questo posto: giacca e cravatta, parlantina autoritaria, confrontarsi con le persone, saper dialogare e sapersi vendere. Mi prende il magone, poi un messaggio sul telefonino -IN BOCCA AL LUPO AMORE-. Rispondo -CREPI- e scendo dal mezzo.
Arrivato, portone enorme, scale enormi, il petto mi si stringe e faccio fatica a respirare prima di fare i gradini. Dell’ascensore nemmeno l’ombra, il buio primeggia nell’atrio e un odore “allettante” di cavolfiori accentua la mia voglia di vomitare. Suono il campanello e con il fiatone rispondo che sono venuto per il colloquio. Una ragazza elegante e sorridente mi accoglie, mi fa compilare dei moduli e mi siedo su una poltroncina comoda. Sudo e l’arsura mi graffia la gola. All’improvviso eccolo, raggiante e sorridente il responsabile dell’ufficio, o meglio credo sia lui. -Salvatore giusto?- annuisco.
-Vieni, accomodati nel mio ufficio, prego!- entriamo e mi sistemo nell’elegante stanza: piante, quadri e tanti libri primeggiano dietro l’enorme scrivania. Un odore misto a tabacco e panino con la mortadella mi arriva al naso appena si apre la porta. Mi siedo e lui subito inizia a parlare senza freni inibitori. –Allora Salvatore, piacere io sono Luca e mi occupo di assicurazioni. Che vuol dire assicurazioni? Vuol dire che noi garantiamo al cliente una sicurezza in caso di infortuni o futuri danni. Noi siamo il top in questo campo, siamo i numeri uno e puoi vedere tutto questo da qui!
Mi poggia davanti un libro con scritte le statistiche annuali, i commenti positivi e le foto di persone sorridenti. Annuisco e continuo a non capirci niente. Lui continua imperterrito e mi guarda fisso negli occhi.
-Salvatore ti vedo assente, ascoltami bene perché ora vengo al dunque. Il tuo compito è procacciare clienti, sai cosa vuol dire, no? Trovare persone e inserirle nel nostro gruppo, assicurarle a noi, scusa il gioco di parole! Guarda qui, interessi zero, TAEG 2% e una polizza garantita per la vita! Ok, ti è chiaro?
Lo guardo, sudo e mi sento svenire, lui sempre sorridente che mi guarda fisso. Poi con calma prendo la parola -Senta signor Luca, non mi sento tanto bene. Potrei andare via?
La mia richiesta lo spiazza e mi dice -Va bene Salvatore, pensa bene a quello che ti ho detto!
Faccio sì col capo, mi alzo dalla sedia ed esco velocemente, salutando la signorina all’entrata. Sono giù dal portone in un secondo, respiro ed entro nel primo bar. Finalmente bevo, respiro e penso -Vaffanculo!
Mi avvio a piedi alla fermata del bus.

 

 

Salvo Barbaro.

4 Commenti

  1. Renata Agazzi

    Sono ripetitiva…mi piace molto come scrivi…potrei stare ore ed ore a leggerti…storia vera e vissuta in modo condivisibile da gente di ogni età.
    Grazie!

  2. Gaia

    quindi!? Nulla. Io avrei avuto la stessa reazione. Son sempre vicende comuni e incazzose quelle che racconti e IO con il mio carattere mi immedesimo subito. Quel lavoro, retribuito sicuramente poco, ti avrebbe reso probabilmente infelice e quindi beb venga andar via piuttosto che stare lì a fare il pupazzo, hai risparmiato tempo! Arriverà qualcos’altro, speriamo presto.

  3. Roberto Ripa

    Sudore…cavolfiori….etc…etc..sembra un film in 3D.
    Bellissimo.
    Hai uno stile che supera la realtà.
    Complimenti e auguri

  4. Marinella

    Capitolo molto bello e interessante…attuale. Mi piacerebbe sapere come prosegue!
    Ciao Salvo

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