Serena Fleities | Come PornHub può distruggere una vita |di Ferdinando de Martino

Come puoi frequentare a 19 anni la facoltà di medicina veterinaria quando vivi in un’automobile con tre cani? E soprattutto come si può essere arrivati a tanto?

Questa è la storia di Serena Fleities, una ragazza che ha letteralmente visto cambiare il suo mondo dal giorno alla notte; nel semplice tempo di un upload. Tutto ha inizio quando il ragazzo che frequentava da più di un anno le chiede di inviargli delle foto di lei nuda. Serena è timida e titubante all’idea di mostrarsi nuda davanti all’obbiettivo del suo telefono, ma il ragazzo la rassicurò che sarebbe stato il loro segreto. Così Serena cede e invia alcune sue foto in pose osé.

Il giorno dopo, camminando lungo il corridoio del liceo si accorge che tutti quelli che la incontrano ridono, scambiandosi commenti sottovoce. Più tardi capirà che quelle risate erano dovute alla pubblicazione delle sue foto su Pornhub.

La delusione nei confronti del suo boyfriend è talmente forte che oltre a lasciarlo, inizia a meditare il suicidio, ritrovatasi nel girone infernale di quel portale pornografico.

Sì, perché sebbene Pornhub da un lato vanti una politica quasi puritana di rimozione dei contenuti , appaltata alla società MindGeek, dall’altro permette ai suoi utenti, al contrario di altre piattaforme come YouTube, di scaricare gratuitamente i propri contenuti.

Proprio da questo meccanismo perverso nasce l’oblio che porterà Serena Fleities prima al tentativo di suicidio, poi alla tossicodipendenza.

Le sue foto iniziavano ad apparire e scomparire dal sito, riportandola sempre al punto di partenza. La famiglia decide di allontanarla e a quel punto, messa alle strette dalla miseria dei valori umani si ritrova a vivere in una macchina decidendo di iniziare a lavorare vendendo privatamente filmati che la ritraevano nuda, sfruttando quella lettera scarlatta che le era stata cucita addosso senza il suo volere.

Uscita dalla tossicodipendenza, dovrà convivere con l’idea che da qualche parte nel mondo ci sarà sempre qualcuno pronto a masturbarsi davanti alle sue foto da minorenne.

È stato calcolato che per rimuovere ogni video ripostato dopo essere stato eliminato, un impiegato di MindGeek dovrebbe guardare più di cento ore di video alla settimana, mentre la politica aziendale della società è quella di far visionare ai suoi dipendenti il materiale pornografico in maniera veloce e approssimativa.

In tutto questo il vero cattivo della storia, ovvero il fidanzato del liceo di Serena non è stato perseguito penalmente perché avrebbe rimosso subito, dopo qualche giorno, le fotografie della ex.

I CEO canadesi Feras Anton e David Tassillo non si sono voluti esprimere sulla questione Feleities, scaricando gli oneri su MindGeek che gestisce tutte le piattaforme pornografiche sulle quali le foto e i video sono stati nel tempo ricaricati; piattaforme com Brazzer e TubeGalore.

Esiste apparentemente un solo oppositore che ha realmente fatto qualcosa di concreto per evitare di rendersi complice di queste piattaforme che, facendo poca attenzione finiscono per mettere online stupri e video di minorenni: il colosso Pay-pall ha deciso di interrompere i rapporti commerciali con le società di MindGeek.

Se a ruota seguissero l’esempio di Pay-pall anche American express, Visa e MasterCard qualcosa potrebbe cambiare e forse non ci ritroveremmo a leggere storie come quella di Serena che, credetemi, non è neanche lontanamente la più raccapricciante vicenda legata al sito d’intrattenimento per adulti.

 

 

Ferdinando de Martino.