PostErArt | Poster&pop e pittura digitale |

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Oggi voglio parlare di un progetto relativo alla pittura digitale.

Innanzitutto, vorrei esprimere il mio parere su tutto ciò che riguarda la digitalizzazione all’interno del campo pittorico.

Per quanto mi riguarda (Vittorio Sgarbi, non fulminarmi) la pittura digitale è la naturale evoluzione della Pop Art. Quando si contestualizza il termine pop, in un campo artistico, non si può che andare a parare sulla semplicità legata alla volontà di rendere un disegno “popolare”, laddove popolare vuol dire alla portata del popolo.

L’avvento dei poster ha dato la possibilità di appendere in casa propria delle copie d’opere d’arte o magari anche delle opere stesse, nate appositamente per il concept del poster.

La produzione in serie è arte? Il disegno digitale è arte? Un poster può essere arte?

Non esiste una risposta universale a queste domande, semplicemente perchè le domande in questione sono sbagliate. L’arte è tale solamente quando se ne discute e non ci sono giudici e giudicati, ma semplicemente canali tramite i quali esporre il proprio materiale.

Un ritratto digitale su poster può esprimere un concetto, quando il soggetto è un personaggio celebre, legato a qualche contestualizzazione particolare, come ad esempio “Kate Moss” qui sopra, paladina di una certa tipologia di bellezza che basa le sue fondamenta sull’imperfezione. L’immagine deve colpire a livello estetico e concettuale, ma deve farlo non rivolgendosi all’élite di acculturati esperti d’arte, bensì rivolgendosi letteralmente al popolo, perchè chiunque può commissionare un ritratto in formato poster ad un artista digitale.

È così che siamo passati dalle madonne su tela alle Marilyn prodotte in serie di Warhol. I passaggi che conducono da una tipologia d’arte all’altra, sono sotterranei.

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D’incanto un selfie può diventare un poster o una stampa su tela, grazie al retaggio culturale che i precursori della cultura pop hanno lasciato in noi poveri artigiani, perchè di artigianato stiamo parlando.

Essendo uno scrittore, nei miei poster cerco di ragionare in maniera “narrativa”, scegliendo con cura le foto da cui partire per lo schizzo, solamente perchè la pretesa del mio lavoro è quella di raccontare qualcosa, anche quando si utilizza un’immagine.

Un fotogramma di un film può, tramite la pittura digitale, divenire una riduzione di tutti i ricordi legati all’opera da cui è tratto, creando un lavoro che non sarà mai a sé stante, in quanto perennemente legato alla “popolarità” che il prodotto che ne sta alla base, si trascina appresso.

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Per ulteriori informazioni, per chiacchierare un po’ o per ordinare un poster, commissionare un ritratto e cose del genere… basta seguire i miei lavori su  POstErArt Facebook .

 

Ferdinando de Martino.

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